Carta di Roma. Raccontare (bene) le migrazioni, in vista del prossimo decreto flussi

Migrazioni, forzate e non solo; accoglienza; corridoi umanitari; proposte per il futuro. Di questo si è parlato nel webinar deontologico per la formazione professionale dei giornalisti a cui ha partecipato, fra i relatori, anche Daniele Garrone, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia

Il canto della sirena d'occidente, disegno di Francesco Piobbichi (particolare)

Roma (NEV), 6 dicembre 2022 – Si è tenuto questa mattina il webinar deontologico per la formazione professionale dei giornalisti dal titolo “Migrazioni forzate, corridoi umanitari e contesti di crisi: l’accuratezza e la correttezza dell’informazione”.

Organizzato dall’Ordine regionale del Lazio, in collaborazione con l’Associazione Carta di Roma, il webinar ha visto la partecipazione fra i relatori di Daniele Garrone, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio. Valerio Cataldi, presidente Carta di Roma. Paola Barretta, coordinatrice Carta di Roma. Eleonora Camilli, giornalista. Ha aperto i lavori la giornalista Piera Mastantuono (Carta di Roma). Moderati dal giornalista Gian Mario Gillio, relatori e relatrici hanno anche risposto alle domande della platea di colleghi.

Sostenere le vie di fuga

“I corridoi umanitari non vanno isolati o contrapposti – ha detto Daniele Garrone –. Le migrazioni sono un fenomeno epocale e aumenteranno. Mentre in Europa siamo di fronte a un calo demografico. Con queste premesse, ha senso parlare di ‘etnia’ in una democrazia parlamentare costituzionale? Occorre sostenere le vie di fuga da contesti dove guerre o cambiamenti climatici costringono le persone a lasciare le loro case e i loro Paesi. Questo vale per i corridoi umanitari, ma vale anche per le attività di soccorso e ricerca in mare (SAR, search and rescue)”. Il presidente FCEI ha inoltre sottolineato che la percentuale di persone salvate delle organizzazioni non governative è del 10%. Questo vuol dire che ben il 90% dei soccorsi avviene da parte della guardia costiera e delle istituzioni. Sono dati che è bene conoscere e divulgare, secondo Garrone: “Ormai sappiamo che in Libia i campi di detenzione sono veri e propri lager – ha proseguito –. Ci interroghiamo e cerchiamo di fare qualcosa. Come abbiamo fatto dopo il naufragio del 3 ottobre 2013, costituendo un osservatorio a Lampedusa che ha fatto e continua a fare informazione a livello europeo su cosa succede nell’isola. In quali condizioni avvengono gli sbarchi, dove uomini e donne portano i segni di torture nel loro corpo e nella loro anima. Dove documentiamo gravidanze seguite a stupri. Come cristiani siamo chiamati a fare la nostra parte”.

Problemi e soluzioni per un approccio “win-win”, io vinco tu vinci

Nel corso della mattinata si è parlato, inoltre, delle criticità dei corridoi umanitari, dei problemi del “dopo”. Il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, ha parlato della grande macchina organizzativa che gestisce i corridoi umanitari, dalla logistica all’integrazione; delle collaborazioni e dei protocolli che vedono impegnati i Ministeri degli Esteri e degli Interni; dell’impegno della società civile. Inoltre, ha parlato della nostalgia delle persone beneficiarie. Ci sono, in minima percentuale, dei casi di persone che non riescono ad aspettare i tempi di questo percorso, perché desidererebbero tornare nei paesi di origine, oppure ricongiungersi con parenti in altri paesi europei. “Tuttavia, se c’è una comunità che accoglie, anche con fantasia, i percorsi sono positivi. Ciò che è complicato riguarda la burocrazia, i documenti, l’apprendimento della lingua italiana che ha tempi diversi per alcuni. Le questioni economiche sono relative. In tanti paesi piccoli, ad esempio, la presenza di queste famiglie e persone è positiva perché mobilita le comunità. È un sistema win win (io vinco, tu vinci, ndr). Ci sono scuole che non chiudono, mestieri che ritornano in vita” ha detto Impagliazzo.

La questione del riconoscimento dei titoli di studio

Garrone ha parlato del problema della equipollenza dei titoli di studio “Ci sono tempi lunghissimi per tradurre e riconoscere i titoli, ad esempio nell’ambito infermieristico di cui proprio in Italia c’è tanta penuria e bisogno”, e questo avviene anche per persone che provengono da paesi con grandi scuole infermieristiche. Ridurre i tempi di questi percorsi e attivare borse di studio sarebbe fondamentale. “Per il prossimo decreto flussi si cercherà di portare avanti questi obiettivi – ha detto Impagliazzo – anche chiedendo di stringere accordi, paese per paese, per aiutare il nostro sistema sanitario e le stesse famiglie che hanno bisogno di assistenza”.

Carta di Roma, per un giornalismo responsabile

Il webinar ha messo sul tavolo anche proposte e soluzioni per le “perenni crisi” raccontate dai media, richiamando alla responsabilità degli editori, dei direttori e dei giornalisti, la cui credibilità passa anche dalla corretta applicazione delle carte deontologiche. Dalla tutela dell’identità delle persone migranti, al rispetto della Carta di Treviso per la tutela dell’infanzia da parte dei media. Dall’attenzione nell’uso delle immagini, ai rischi dell’etnicizzazione delle notizie. Fino ai consigli su come condurre le interviste con le persone fragili e al coinvolgimento dei consigli di disciplina.

Serve un’attività di sensibilizzazione e di formazione per una narrazione corretta. Questo il messaggio della Carta di Roma. Che fra l’altro cita, sulla presenza straniera in Italia, il Dossier Immigrazione Idos/Confronti. Dal rapporto emerge la differenza fra percezione e realtà. Se la percezione descrive l’immigrazione in Italia come “nera, maschile e irregolare”, spesso e volentieri essa è invece “femminile, cristiana e impegnata nella cura e nel welfare”. Si tratta ovviamente di semplificazioni, ma resta il fatto che la rappresentazione dei flussi migratori (siano essi per mare, via terra o in aereo) potrebbe descrivere certe migrazioni come una “fuga dei cervelli” verso l’Italia. La narrazione negativa, invece, connota le persone migranti come minaccia. Per questo Garrone ha richiamato, in chiusura, il Manifesto per l’accoglienza della FCEI, un documento che, a partire dai testi biblici, dice no alla xenofobia e afferma che “ogni forma di razzismo è un’eresia teologica”.

Prossimo appuntamento, il lancio del X Rapporto “Carta di Roma” che si terrà il 15 dicembre presso l’Università eCampus di Roma.


La Carta di Roma

“La Carta di Roma” è un protocollo deontologico vincolante per i giornalisti su migranti, richiedenti asilo, rifugiati e vittime della tratta siglato da Ordine dei Giornalisti, Federazione nazionale della stampa italiana (FNSI), UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati) e OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni). L’Associazione Carta di Roma vede, fin dai suoi esordi e dalla sua fondazione, l’impegno della FCEI.

Il modulo del 6 dicembre 2022 è stato realizzato in collaborazione con l’Agenzia Stampa NEV con l’intento di promuovere un dibattito con i giornalisti intorno al tema delle migrazioni, forzate e non solo, dell’accoglienza, dei corridoi umanitari e della loro pianificazione, dell’applicazione della Carta di Roma.