Berlinale. Giuria ecumenica premia Tótem di Lila Avilès

Roma (NEV), 27 febbraio 2023 – La Giuria ecumenica del 73° Festival Internazionale del Cinema di Berlino 2023 ha assegnato il suo Premio a “Tótem” (Messico, Danimarca, Francia 2023) di Lila Avilès. L’Orso d’Oro è stato vinto dal documentario francese “Sur l’Adamant” (Francia, Giappone 2022) di Nicolas Philibert, a cui la Giuria ecumenica ha assegnato un encomio. I premi della giuria ecumenica di 2.500 euro ciascuno, sezioni Panorama e Forum, sono andati a “Sages-femmes” (“Ostetriche”, Francia 2022) di Léa Fehner (Panorama) e a “Jaii keh khoda nist” (“Dove Dio non c’è”, Francia, Svizzera 2023) di Mehran Tamadon (Forum). Il premio in denaro è finanziato congiuntamente dalla Conferenza episcopale tedesca cattolica e dalla Chiesa evangelica in Germania (EKD).

Motivazione per il premio a “Tótem” di Lila Avilès.

Il film è un commovente ritratto di una famiglia alle prese con la malattia terminale di un giovane uomo. La storia è raccontata dal punto di vista di sua figlia piccola e si svolge in un giorno speciale. La giuria è rimasta davvero sbalordita dalla complessità e dalla delicatezza nell’illustrare l’amore che tiene unita questa famiglia, né falso né idealizzato. Evidenzia inoltre come la cultura messicana affronta la morte e allo stesso tempo celebra la vita.


La giuria assegna inoltre una menzione speciale a Sur L’Adamant, di Nicolas Philibert, “per l’approccio rispettoso a un gruppo di persone con problemi mentali in un centro diurno galleggiante sulla Senna, per il modo in cui promuove un senso di comunità. Nella sezione Panorama, la Giuria assegna il Premio a Sages-femmes (ostetriche) di Léa Fehner (Francia, 2023) con la seguente Motivazione. “Per la rappresentazione forte e genuina del reparto ostetrico di un ospedale pubblico parigino.

Il film mostra l’intensità del loro lavoro quotidiano e le sfide che incontrano e superano. Il film mostra brillantemente le carenze del sistema, da un lato, e la dedizione del personale che accompagna le donne che stanno per mettere al mondo nuove vite, dall’altro. La perfetta integrazione tra dramma e documentario aumenta l’impatto del film.

Per la sezione Forum, il premio va a Jaii keh khoda nist (Dove Dio non c’è) di Mehran Tamadon, con questa Motivazione: Come si può raccontare l’orrore della prigionia politica e della tortura?

L’iraniano regista e architetto Mehran Tamadon, che ha vissuto in Francia fin dalla sua giovinezza e ritorna in patria più e più volte per progetti, situa i suoi personaggi Homa Kalhori, Taghi Rahmani e Mazyar Ebrahimi in uno spazio che ricrea le loro ex prigioni – “dove Dio non c’è”, come ha detto uno dei carcerieri. E come tale, diventa uno scenario crudele che fa scattare in loro ricordi di passate sofferenze, umiliazioni e tortura. Un dispositivo cinematografico originale che consente una rievocazione performativa per condividere le proprie esperienze strazianti, che diventano denuncia di una realtà ancora presente nell’Iran odierno.

© Dietmar Adler foto tratta da https://www.inter-film.org/festivals/berlinale-international-film-festival-berlin/73rd-international-film-festival-berlin

I membri della Giuria:

Paolo de Silva, Canada.

Alberto Ramos Ruiz, Cuba.

Anna le Cor, Francia.

Arielle Domon, Francia.

Kerstin Heinemann, Germania.

Miriam Hollstein, Germania (Presidente di giuria).

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