Mirella Manocchio: la voce delle donne sia profetica e potente

Intervista alla neo-eletta presidente della Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI)

Mirella Manocchio - foto per gentile concessione di Laura Caffagnini

Roma (NEV), 27 marzo 2023 – A margine del XIII Congresso della Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) abbiamo intervistato la neo-eletta presidente, la pastora metodista Mirella Manocchio.

Inizia il suo mandato alla presidenza FDEI. Emozioni, riserve, aspettative, desideri?

L’emozione è tanta. Per la prima volta ho la possibilità di collaborare con molte donne. Mi aspetto di poter creare insieme a loro un bel team di lavoro, di poter non solo proseguire ma anche implementare il lavoro del precedente Comitato nazionale, che ringrazio profondamente. La speranza è che le donne riescano sempre più ad essere una voce profetica nelle nostre chiese, fuori dalle chiese, nel territorio. Quindi, sia localmente sia a livello nazionale. Insomma, spero che riusciremo a collaborare con tutte le realtà senza settorializzare o precludere. Serve un lavoro a 360°.

Una sua riflessione sul concetto di potere. Cosa possono fare le donne FDEI? In che modo si esprime e incide, nelle chiese (e nella società), secondo lei, la leadership femminile?

Il potere della FDEI può essere quello di vero servizio. Il potere per i credenti non dovrebbe esistere, ma esiste nel servizio. Il potere può essere quello di porsi a supporto di tutte le donne, delle comunità e della società. E possiamo farlo con potenza, cosa diversa rispetto al “potere”. Serve la potenza, anche andando a “forzare”, dove è necessario, quelli che sono ruoli e regole che non permettono alla parola di Dio di esprimere la sua forza e alla speranza che Dio ci dona di fluire liberamente.

Quali contenuti sono emersi al congresso in vista del prossimo quadriennio e quali ritiene prioritari?

In primo luogo, intendiamo continuare a lavorare sulla questione della violenza maschile contro le donne, in tutte le sue sfumature. L’obiettivo è quello di superare la dipendenza, la violenza economica e psicologica, la violenza fisica e tutte le discriminazioni. Poi vogliamo contribuire alla formazione. Bisogna iniziare a educare fin dalla tenera età, per cercare di abbattere certi stereotipi e per coltivare una cultura dell’uguaglianza e della parità. Il punto è fare in modo che le nostre splendide diversità siano vissute come un arricchimento, come qualcosa di meraviglioso che il Signore ci ha dato da coltivare. E non come strumento di inferiorizzazione di qualcuno.

Poi, è un dato di fatto che siamo in un paese multiculturale. Le nostre chiese sono multiculturali. Anche qui le nostre differenze non devono essere appiattite, ma valorizzate. Parliamo di differenze denominazionali e di background culturale che devono lavorare e giocare insieme. A proposito di multiculturalità e presenza di donne straniere nelle nostre chiese, i nostri incontri e congressi dovrebbero essere strutturati in modo da permettere a tutte le nostre sorelle una più ampia e semplice partecipazione adattando lingua, temi e tempi in tal senso. C’è da dire, anche, che viviamo in un paese dove c’è una pluralità religiosa. Questo aspetto dovrebbe essere veramente sottolineato, evidenziato e arricchito.

Infine, il creato. Si dice che le donne si “prendono cura”. Sì, è vero, e anche questo è frutto, forse, di stereotipi. Tuttavia prendiamolo in positivo: ci vogliamo prendere cura del creato. E non vogliamo farlo da sole. Ovviamente ci sono i giovani, che su questo stanno già facendo tanto all’interno di altre strutture. Ci sono tante realtà, ad esempio in seno alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) che si occupa di questi temi da decenni. Vogliamo essere un altro tassello in questo lavoro ed essere operative in modo tale da aiutare e sostenere le nostre comunità e tutti i luoghi dove le donne si trovano. E desideriamo tenere alta l’attenzione da una parte verso il creato e dall’altra verso la pace e verso una più ampia giustizia sociale e di genere.


Questa intervista è realizzata in collaborazione con Laura Caffagnini, che ha firmato anche un resoconto del Congresso FDEI su Riforma.it – qui di seguito, una galleria di immagini (foto per gentile concessione di Laura Caffagnini).