Donne evangeliche in Italia: “La pace deve essere cercata e trovata”

La mozione sulla pace approvata nel corso del XIII Congresso della Federazione delle donne evangeliche in Italia si ispira alla prassi nonviolenta e pacifista di Dorothee Sölle, Martin Niemöller e Helmut Gollwitzer

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Roma (NEV), 28 marzo 2023 – “Nella storia umana le guerre non hanno mai risolto le cause del conflitto tra popoli, gruppi e nazioni, ma anzi hanno peggiorato le condizioni di vita delle vittime di entrambi le parti in guerra e compromesso gli ambienti naturali”. Lo scrivono in una delle mozioni approvate le donne presenti al XIII Congresso della Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI), conclusosi domenica scorsa a Firenze.

Questa mozione, passata con tre quarti dei voti, alcune astensioni e un voto contrario, intende richiamarsi alla fede nel Dio della pace e ispirarsi alla prassi nonviolenta e pacifista di Dorothee Sölle, Martin Niemöller e Helmut Gollwitzer.

La FDEI denuncia le logiche patriarcali di sopraffazione e potere che stanno dietro alle guerre, colpendo in modo peculiare le donne. “Aumentare le spese militari è in duro contrasto con l’ispirazione biblica del trasformare le nostre spade in aratri” si legge ancora nella mozione, che entra poi nel merito del conflitto che colpisce l’Europa e di tutte le guerre e i conflitti ancora presenti nel mondo. Conflitti che preoccupano la FDEI “per le donne i cui corpi diventano terreno del conflitto; per i bambini e le bambine che crescono in un clima di paura, violenza e di contrapposizione dove la logica è quella della vittoria del più forte; per gli uomini travolti anch’essi dall’assurdità della guerra, o che sono totalmente partecipi all’uso della violenza per affermare i diritti e la conservazione del loro potere, mentre diventano strumenti di morte, distruzioni, stragi di esseri umani e distruzione dell’ambiente”.

Nel documento le donne si appellano alla necessità di una “mediazione dei conflitti come espressa nella Carta dell’ONU” a al rispetto di tutti gli esseri umani e dei loro bisogni come indicati nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, “non a caso formulata con la mediazione di una donna (Eleanor Roosvelt)”.

La mozione si conclude condividendo un pensiero di Dorothee Sölle: “la pace sembra talvolta nascondersi o essere nascosta, ma dev’essere cercata e trovata… sono cristiani (e cristiane, aggiunge la FDEI, ndr) solo coloro che combattono per la pace nella speranza”.

Qui di seguito, il testo integrale della mozione. Per approfondire, leggi anche:

Mirella Manocchio: la voce delle donne sia profetica e potente – Intervista alla neo-eletta presidente della Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI)


Mozione pace – XIII Congresso della Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) – marzo 2023

Le donne presenti al XIII Congresso della Federazione delle Donne Evangeliche, richiamando la fede nel Dio della pace e ispirate dalla prassi nonviolenta e pacifista di Dorothee Sölle, Martin Niemöller e Helmut Gollwitzer, affermano che non si può tacere la contrarietà alla guerra, né per il senso di impotenza che ci schiaccia, né per ragioni di schieramento e opportunità.

Il Dio che apre una strada nel deserto al popolo affranto da violenze e deportazione ci invita a prendere posizione per mettere fine a ogni guerra (Isaia 40,1-5).

Nella storia umana le guerre non hanno mai risolto le cause del conflitto tra popoli, gruppi e nazioni, ma anzi hanno peggiorato le condizioni di vita delle vittime di entrambi le parti in guerra e compromesso gli ambienti naturali.

Tutte le guerre lasciano sempre una scia di odio che distrugge ulteriormente la relazione tra i popoli che si può vincere solo lavorando per ristabilire fiducia, rispetto reciproco e giustizia. Ben lo sapeva il pastore Tullio Vinay quando dopo la guerra ha operato per rendere possibile la riconciliazione tra i giovani dei paesi coinvolti nel conflitto.

Per questo noi donne evangeliche ci sentiamo impegnate a lavorare per la pace e la riconciliazione. Siamo interpellate da Dio e traiamo speranza dall’esperienza dei cristiani e delle cristiane che in varie parti del mondo hanno lavorato per pace e giustizia.

Non possiamo dimenticare e denunciare che le guerre seguono sempre delle logiche patriarcali di sopraffazione e potere che coinvolgono spesso anche le donne.

Aumentare le spese militari è in duro contrasto con l’ispirazione biblica del trasformare le nostre spade in aratri, o come è scritto dal profeta Isaia: “Ogni calzatura portata dal guerriero nella mischia, ogni mantello sporco di sangue, saranno dati alle fiamme, saranno divorati dal fuoco. Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle.” (cap. 9,4-5).

Infine il conflitto che colpisce l’Europa ci preoccupa, come ci preoccupano anche le guerre e i conflitti del mondo:

  • per le donne i cui corpi diventano terreno del conflitto;
  • per i bambini e le bambine che crescono in un clima di paura, violenza e di contrapposizione dove la logica è quella della vittoria del più forte;
  • per gli uomini travolti anch’essi dall’assurdità della guerra, o che sono totalmente partecipi all’uso della violenza per affermare i diritti e la conservazione del loro potere, mentre diventano strumenti di morte, distruzioni, stragi di esseri umani e distruzione dell’ambiente.

Per questo ci sentiamo di chiedere con urgenza che una diversa logica di relazione tra popoli venga perseguita attraverso la mediazione dei conflitti come espressa nella Carta dell’ONU e il rispetto di tutti gli esseri umani e dei loro bisogni contenuti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, non a caso formulata con la mediazione di una donna (Eleanor Roosvelt).

Infine vogliamo concludere con un pensiero che ci ha lasciato Dorothee Sölle: “la pace sembra talvolta nascondersi o essere nascosta, ma dev’essere cercata e trovata… sono cristiani (e cristiane) solo coloro che combattono per la pace nella speranza”.