Chiesa luterana. 30 anni di Intesa con lo Stato

Roma (NEV/CELI), 21 aprile 2023 – Vi siete mai domandati il senso della parola “intesa”? Dal latino intentus participio passato del verbo intendere. Ovvero andare insieme verso un obiettivo. Un patto.

Correva l’anno 1993, 30 anni fa, di venerdì, quando la Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI) e lo Stato Italiano firmarono un patto verso una legge che ne avrebbe regolato i rapporti.

La delegazione luterana da una parte, di cui facevano peraltro parte l’allora Presidente del Sinodo Hanna Brunow Franzoi e l’allora Vice Decano Jürg Kleemann; lo Stato Italiano dall’altra, rappresentato dal Presidente del Consiglio del tempo, Giuliano Amato. Una Chiesa, rappresentata da una donna, fatto in quel momento storico più unico che raro visto che le intese precedenti riportavano molte firme al maschile.

Sembrano trascorsi millenni e, in realtà, sono appena trent’anni da un atto che aprì le porte alla legge del 29 novembre 1995 n. 520. L’intesa, appunto, stabiliva un cammino, la legge avrebbe permesso a quel cammino di raggiungere un obiettivo: il rapporto di reciprocità, nei diritti e doveri, tra lo Stato e la CELI.

Una intesa che la CELI aveva già iniziato a preparare fin dal 1985 grazie al lavoro di donne e uomini, italiani e tedeschi, vissuto, come ricordava il Vice Decano Kleemann, “scartabellando fra i libri e scrivendo a macchina in lunghe nottate, con discussioni infinite, incontri e viaggi”.

Una intesa che anticipava, inaspettatamente, temi oggi modernissimi. Come il sentimento di appartenenza all’Italia di giovani nati da genitori non italiani. Così racconta ancora Keemann: “Claudia, studentessa del 1° anno di Giurisprudenza, mi accompagnò, dato che era bilingue” […] anche “per redigere il verbale. Mi fornì la preziosa controprova: «Sono italiana, ho una madre danese, un padre italiano e sono stata confermata a Firenze come luterana»”.

Continua a leggere sul sito CELI