Roma (NEV), 7 novembre 2024 – Si sta svolgendo a Napoli il I Festival delle Donne, “Un vibrante omaggio alla cultura, alla fede e all’arte che celebra la forza e il valore della figura femminile come simbolo di dialogo e convivenza. In un intreccio di incontri e performance, il festival invita a riscoprire la bellezza della pluralità e l’importanza della condivisione, facendo di Napoli il cuore pulsante di una riflessione contemporanea e senza confini” come si legge sulla pagina Facebood della storica e teologa Adriana Valerio.
Fra le ospiti e relatrici c’è stata anche la pastora valdese e teologa Letizia Tomassone.
Uno dei momenti di rilievo è stato, ieri, la presentazione della “Carta di Napoli”. La Carta di Napoli, elaborata come “laboratorio sperimentale di relazioni nuove tra Civiltà, Popoli e Stati” dell’area mediterranea, invita a un dialogo interculturale che metta al centro i diritti delle donne e dell’infanzia, fondamentali per costruire un’Europa “libera sia da una radicata postura eurocentrica sia da un esasperato relativismo culturale.” La prospettiva femminile è ritenuta essenziale per formulare politiche pubbliche inclusive, come sottolinea Martha Nussbaum: “Porsi dal punto di vista delle donne, di ciò che possono essere e fare, equivale a sottoporre le politiche pubbliche al test più severo e rigoroso.” La Carta promuove una cooperazione euro-mediterranea che sia rispettosa delle differenze e, allo stesso tempo, basata sui diritti universali come fondamento per una convivenza civile e pacifica.
Gli obiettivi includono la creazione di una Conferenza Permanente delle donne del Mediterraneo e il supporto a reti di donne impegnate per “una politica di pace e reale partecipazione democratica.” Tra le azioni proposte vi sono il rafforzamento della presenza femminile nel mercato del lavoro, il riconoscimento dello smart working come diritto, e l’eliminazione della violenza di genere. La Carta si impegna inoltre a promuovere “la centralità della cura come fondamento di una autentica cittadinanza democratica” e a riconoscere la medicina di genere.
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Il Festival chiude il 9 novembre ed è organizzato dal Settore Laicato delle Diocesi e dall’Assessorato al turismo del Comune di Napoli. In programma una serie di eventi tra cultura, religione, arte, musica e performance con incontri e confronti, itinerari per la città, dialoghi, teatro.