Home Chiese e Società E dalla parte dei bambini?

E dalla parte dei bambini?

Immagine generata con ia DALL·E - da NEV/er

Roma (NEV), 26 novembre 2024 – Dal 25 novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne) al 10 dicembre 2024 (Giornata mondiale dei diritti umani), l’Agenzia NEV pubblica a puntate, una pagina al giorno, i contributi del Quaderno della Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) “16 giorni per vincere la violenza”.

La puntata di ieri: Dalla parte delle bambine. Educare al di là degli stereotipi

Qui di seguito, la riflessione di Stefano Ciccone. Il commento biblico è curato dal pastore Daniele Bouchard.


E dalla parte dei bambini?

Elena Gianini Belotti scriveva: “Per quanto ci si metta dalla parte delle bambine è chiaro che non sono soltanto le bambine le vittime di un condizionamento negativo in funzione del loro sesso […] cosa può trarre di positivo un maschio dalla arrogante presunzione di appartenere a una casta superiore? La sua è una mutilazione altrettanto catastrofica di quella della bambina persuasa della sua inferiorità. Il suo sviluppo come individuo ne viene deformato e la sua personalità impoverita, a scapito della loro vita in comune”. Sii uomo, non fare la femminuccia: questa ingiunzione ci insegue sin da piccoli, ma non basta avere un corpo di uomo per esserlo. Gli uomini hanno percepito il potere generativo femminile e ingaggiato una lotta millenaria contro la corporeità che li condannava a finitezza e accessorietà. Hanno inventato una gerarchia mente-corpo, tra generazione “biologica” e sociale, tra razionalità e emozioni. Ci hanno raccontato che il nostro corpo era una macchina da performance, un’arma da portare in guerra, una parte bassa di noi da imporre con denaro, forza, potere. Un vicolo cieco che produce esperienza alienata. Rimuovere desiderio e soggettività femminile produce miseria. Il mito maschile rattrappisce la socialità, liquida il nostro corpo come inabile alla cura, impone una sessualità solipsistica e predatoria. Troppo spesso affrontiamo la violenza maschile riproponendo una pericolosa nostalgia per un ordine perduto, per un riferimento simbolico che disciplina corpi e desideri maschili. Forse avremmo bisogno di nuove parole per nuovi desideri, fuori dal richiamo regressivo del potere.


VERSETTO

 Quando tuo figlio ti domanderà: «Che significano queste istruzioni, queste leggi e queste prescrizioni che il SIGNORE, il nostro Dio, vi ha date?» Tu risponderai a tuo figlio … (Deut. 6, 20-21a)

COMMENTO

La Bibbia parla spesso di bambini, ma i testi vanno letti con occhio critico. Due esempi. Quando il Deuteronomio dice: “Tu risponderai a tuo figlio …” Con tutta evidenza non saranno soltanto i figli maschi a interrogare i genitori sul senso dei rituali che esprimono l’identità e la fede del popolo. Questa presenza delle bambine nella Bibbia, nascosta dietro a termini maschili deve essere svelata alle nostre figlie (biologiche e spirituali) perché si sentano incluse, ma anche ai nostri figli perché crescano imparando a riconoscere le loro amiche e compagne.

La strage degli innocenti riguarda invece soltanto i maschi (Mt. 2,16), mettendo brutalmente i bambini in contatto con la violenza del potere maschile, che li costringe alla scelta se esserne gli autori o le vittime (o anche entrambe le cose). È precisa responsabilità di noi adulti offrire modelli maschili diversi, che rifiutino consapevolmente il dominio e la violenza che caratterizzano la maschilità dominante. Ci sono testi biblici che ci vengono in aiuto. “Il lupo abiterà con l’agnello, e il leopardo si sdraierà accanto al capretto; il vitello, il leoncello e il bestiame ingrassato staranno assieme, e un bambino li condurrà” (Is. 11,6).

PREGHIERA

Signore, ti ringraziamo perché quando ti sei incarnato in un uomo ti sei svincolato dai modelli maschili dominanti, riconoscendo l’autonomia delle donne e offrendo un esempio di maschilità diversa agli uomini. Amen.


DOMANDA per discutere

 Bambini e bambine sono educati/e nello stesso modo?