Roma (NEV), 27 novembre 2024 – Dal 25 novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne) al 10 dicembre 2024 (Giornata mondiale dei diritti umani), l’Agenzia NEV pubblica a puntate, una pagina al giorno, i contributi del Quaderno della Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) “16 giorni per vincere la violenza”.
Tutte le puntate: 16 giorni contro la violenza sulle donne 2024 Archivi – Nev
Qui di seguito, la riflessione di Irene Abra. Il commento biblico è a cura della FDEI.
Linguaggio, stereotipi, educazione
Le convinzioni comuni su uomo tradizionale e donna tradizionale si concentrano sulle dimensioni competenza-indipendenza e calore-espressività. Le donne sono comunemente viste come più espressive, mentre gli uomini come più competenti. Credenze stereotipate come queste sono comuni in molti contesti culturali in tutto il mondo, anche se le differenze percepite variano notevolmente. Nella vita di tutti i giorni, diverse fonti continuano a riprodurre costantemente visioni stereotipate del genere e della differenza. Concepire il genere come un’opposizione fondamentale e binaria alimenta l’idea che gli stereotipi rispecchino effettivamente l’aspetto delle persone di sesso maschile e femminile in quanto gruppi. Le università e le scuole possono essere luoghi molto competitivi, promuovendo comportamenti tipicamente maschili. Ancora oggi, inoltre, certi libri di testo perpetuano ideologie stereotipate che riflettono le discriminazioni che le donne affrontano nel lavoro, nel settore sanitario e in termini di disparità salariale. Come studentessa di colore cresciuta in Italia, ho sperimentato una pressione sociale nel dimostrare le mie capacità in modo doppio rispetto ai miei compagni, per essere accettata sia come persona marginalizzata che come donna. Essere consapevoli di come gli stereotipi di genere influenzino le scelte e i comportamenti educativi può aiutare a evitare ostacoli che potrebbero influire pesantemente sulle prime tappe della carriera di una donna.
LIBRO: Barbara Schmenk, Language Learning: A Feminine Domain? The Role of Stereotyping in Constructing Gendered Learner Identities, in Gender and Language Education, TESOL Quarterly Vol. 38, No. 3, 2004
VERSETTO
Marta aveva una sorella chiamata Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola. (Luca 10,39)
COMMENTO
In questo episodio troviamo due atteggiamenti opposti: Marta indaffarata in cucina nell’azione di servire gli uomini che erano in casa e Maria che si pone ai piedi di Gesù scegliendo di fermare il suo corpo per disporsi in ascolto. L’espressione “sedersi ai piedi di qualcuno” indicava un privilegio consentito esclusivamente ai maschi. Marta, figlia del suo tempo e di una mentalità prettamente patriarcale, non lascia impunita la sorella. Maria viene richiamata all’ordine. Ma Gesù con suprema maestria disinnesca lo stereotipo definendo la scelta di Maria come la “parte migliore che non le sarà mai tolta”. Qui troviamo un anticipo di quelle che saranno le lotte per l’accesso e il diritto allo studio per tutti. Ma oggi dopo più di 2000 anni possiamo dichiararci liberi da certi stereotipi? Negli ultimi 15 anni c’è stato un aumento di presenze femminili nelle scuole di primo grado (dati Unesco 2022), ma ci sono ancora 122 milioni di bambine non alfabetizzate e se consideriamo la disabilità il numero cresce vertiginosamente. C’è ancora molta strada da percorrere.
PREGHIERA
Signore Onnipotente, ci rivolgiamo a te che hai creato ogni essere umano degno di acquisire conoscenze. Ti chiediamo di sensibilizzarci a nuove prospettive, accogliendo chi soffre e non trova giustizia nelle opportunità di crescita. Che l’esempio di Gesù possa continuare a ispirarci. Amen
DOMANDA per discutere
L’apprendimento e l’accesso alle scuole è veramente a disposizione di tutti? Anche per chi ha bisogni specifici di apprendimento, abilità differenti o disabilità cognitive e fisiche?