Roma (NEV), 4 dicembre 2024 – Dal 25 novembre (Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne) al 10 dicembre 2024 (Giornata mondiale dei diritti umani), l’Agenzia NEV pubblica a puntate, una pagina al giorno, i contributi del Quaderno della Federazione delle donne evangeliche in Italia (FDEI) “16 giorni per vincere la violenza”.
Tutte le puntate: 16 giorni contro la violenza sulle donne 2024 Archivi – Nev
Qui di seguito, la riflessione di Gianluca Fiusco e, a seguire, il commento biblico a cura della FDEI.
Corpi reali, virtuali, artificiali. Il corpo dell’AI
Il 30 marzo 2023, ricercatori di Psicologia dell’Università Cattolica di Milano hanno condotto un esperimento: un dialogo tra una persona e Nao, un robot dotato di intelligenza artificiale. Quell’esperimento ha messo in luce due aspetti. Il primo riguarda le possibilità di interazione tra essere umano e robot. Il secondo riguarda le ricadute che tali interazioni hanno su di noi, sulla nostra psiche e i nostri corpi. Alla domanda conclusiva se Nao sapesse di essere integrato in un corpo robotico, l’AI ha risposto: «Non ho un corpo robotico, sono un software. Tuttavia, immaginare l’integrazione in un corpo robotico potrebbe essere interessante. Potrei diventare un’entità robotica in grado di aiutare le altre persone». All’AI manca la consapevolezza della “corporeità”, elemento indispensabile per una piena autocoscienza. Quando un’AI viene potenziata attraverso un corpo sintetico si genera disorientamento psicologico nell’approccio umano alla macchina. Questo disorientamento può portare, come nel caso di Nao, sia a condiscendenza che a diffidenza, compromettendo il ruolo di supporto sociale per cui l’AI è stata programmata. È la relazione tra corpo e ambiente a essere spezzata: ciò che inizialmente era l’adattamento dell’algoritmo “intelligente”, diventa per l’essere umano un adattamento ai cliché restituiti dalla macchina. E gli Avatar? Sono sempre più realistici, simulano la nostra umanità come fotogrammi privi di sentimenti, emozioni, sfumature. Questa trasfigurazione sta già avvenendo e condiziona le nostre vite, non più nel tentativo di rendere il virtuale un luogo di vita alternativa, ma di rendere permeabile il reale a ciò che l’algoritmo ha lì costruito.
VERSETTO
Gesù disse: «Beati quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica!» (Luca 11,28).
COMMENTO
Nel corso della sua missione terrena Gesù guarisce i malati e dona dignità ai diseredati. Le persone rimangono stupite delle sue parole e dei suoi gesti. Molte di loro, un po’ per timidezza un po’ per timore, non osano esprimere la loro meraviglia. Ma un giorno una donna si avvicina a Gesù e con gioia gli dice: “Beata la donna che ti ha generato e allattato”. Gesù riceve pubblicamente un bel complimento. Eppure, la sua risposta è sorprendente. Egli è grato alla donna per il complimento, ma le dice chi sia veramente felice: “Beati quelli che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica”. In questo modo Gesù mette al centro chi ascolta la Parola e la fa scorrere nelle vene. Nel dispersivo universo comunicativo in cui facciamo fatica a trovare il bandolo della matassa, costellato da linguaggi che ci investono per soggiogarci e non per farci riflettere, occorre cogliere l’amorevole Parola di Dio, che non opprime e non ha imperativi, linguaggio che penetra nelle nostre ferite fisiche e relazionali, capace di aprire davanti a noi la strada della libertà.
PREGHIERA
O Dio, la vita quotidiana è scossa da tempeste di parole formali che sfiorano la nostra pelle, ma che essendo prive di sostanza non mettono radici in noi. In questo flusso comunicativo caotico, aiutaci a individuare e ad accogliere la Tua parola capace di interrogarci e di abbracciarci senza soffocarci. Amen
DOMANDA per discutere
Quanto i nostri corpi sono influenzati dagli sviluppi tecnologici?