Roma (NEV), 19 dicembre 2024 – Dal 2 al 14 dicembre a Riad si è svolta la Conferenza delle parti sulla desertificazione (COP16). Riceviamo e pubblichiamo un documento di approfondimento da parte della Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).
La Conferenza delle parti sulla desertificazione è l’organo decisionale supremo della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta contro la desertificazione (UNCCD) su cui lavorano 196 Paesi e quest’anno compie 30 anni.*
Questa COP ha concluso il ciclo di tre Conferenze previste per quest’anno sulla biodiversità, il cambiamento climatico e la desertificazione. La siccità, è stato ricordato, coinvolge 1,8 miliardi di persone e genera danni che superano i 307 miliardi di dollari all’anno a livello globale mentre il 40% delle terre emerse è degradato. Lo sostiene il rapporto dell’ONU “Economia e siccità” che l’UNCCD ha pubblicato proprio in apertura della COP16 sulla desertificazione, più che raddoppiando le precedenti stime.
“Poiché si prevede che la siccità alimentata dalla distruzione dell’ambiente da parte dell’uomo colpirà 3 persone su 4 entro il 2050, investire nella gestione sostenibile del territorio e dell’acqua è essenziale per ridurre i costi, che superano già i 307 miliardi di dollari all’anno a livello globale, secondo un nuovo rapporto presentato alla Conferenza delle Parti (COP16) della Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD)”
Alleghiamo anche l’altro rapporto ONU ‘Global land outlook’ preparato per questo appuntamento.
Nel merito dei risultati, è stato creato un Caucus (Comitato) per le popolazioni indigene e un Caucus per le comunità locali, per garantire che le loro prospettive e sfide uniche siano adeguatamente rappresentate. C’è stata grande soddisfazione tra i delegati, ma il protocollo per affrontare la siccità, alla fine, non è stato siglato ed è stato rimandato alla COP17 che si terrà in Mongolia nel 2026. Le divergenze erano troppo profonde. Da un lato, gli Stati africani compatti nel chiedere un accordo che fosse legalmente vincolante e, sul fronte opposto, le nazioni industrializzate che premevano invece per un framework, un quadro di riferimento che lasciasse più margini di manovra.
Inoltre segnaliamo l’iniziativa Business4Land, partnership pubblico-privata per la gestione sostenibile della terra e dell’acqua. L’obiettivo di Business4Land è ripristinare 1,5 miliardi di ettari di terreno entro il 2030, contribuendo alla Land Degradation Neutrality (LDN), un concetto che cerca meccanismi di compensazione per gli impatti inevitabili dell’agrobusiness. Si è stabilito inoltre di rafforzare la collaborazione tra mondo scientifico e decisori politici per contribuire all’azzeramento del degrado dei terreni entro il 2030 e a migliorare la resilienza alla siccità.
Sul piano finanziario è stata ripetuta più volte la cifra madre necessaria a ripristinare più di un miliardo di ettari di terreni degradati e costruire strategie di resilienza alla siccità: 2.600 miliardi di dollari di investimenti complessivi entro il 2030.
Si considerano un segnale i 12,1 miliardi di dollari raccolti attraverso il Partenariato globale per la resilienza alla siccità di Riyadh, per sostenere 80 dei paesi più vulnerabili del mondo nella costruzione della loro resilienza alla siccità. Gli Stati Uniti e diversi paesi e organizzazioni partner hanno annunciato investimenti complessivi per quasi 70 milioni di dollari per portare avanti la Vision for Adapted Crops and Soils (VACS). L’iniziativa mira a costruire sistemi alimentari resilienti basati su colture diverse, nutrienti e adattate al clima, coltivate in terreni sani.
Quanto all’Italia, attraverso il Ministero per l’ambiente e la sicurezza energetica (MASE) l’Italia ha mobilitato 11 milioni di euro per il ripristino del suolo nel Sahel, parte dell’iniziativa Great Green Wall e l’Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo (AICS) ha numerosi progetti già attivi sul tema idrico e per la lotta alla desertificazione, in particolare sui sistemi di allerta.
La prossima “radio GLAM” tratterà una valutazione complessiva di questi eventi e dell’impegno dell’ONU nel tenere i governi sul tema della sostenibilità. Infine, nell’ambito delle iniziative a latere della COP, il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) il 9 dicembre ha organizzato una consultazione online sulla desertificazione nella regione del Mediterraneo e l’impegno delle chiese per soluzioni efficaci.
Per approfondire:
ONU 2024 12 02_Economics-Drought-Web.pdf
Rimandiamo alla lettura del Comunicato finale dalla COP:
COP 16 CS finale ONU UNCCD 2024 12 14
ONU Global land outlook GLO2_SDM_low-res_0
Alleghiamo inoltre: presentations, recording newsnote dell’evento CEC e alcuni materiali (in inglese).
- The 1-minute video “From Despair to Hope – a call to address the climate emergency through responsible banking”(available in English, German, French, Spanish and Arabic).
- The resource Faith in Land – Faith in our Children’s Future (in English – translations under way into Arabic and French).
* La Convenzione delle Nazioni Unite per la lotta alla desertificazione (UNCCD) presentata nel giugno 1994 a Parigi è entrata in vigore nel dicembre del 1996, e rappresenta la Convenzione delle Nazioni Unite con più vasta adesione. È l’unico accordo internazionale giuridicamente vincolante che collega l’ambiente e lo sviluppo alla gestione sostenibile del territorio.