Roma (NEV), 20 gennaio 2025 – di Fulvio Ferrario
È deceduto la sera del 18 gennaio, don Romano Penna, presbitero della diocesi di Alba, a lungo professore di discipline neotestamentarie alla Pontificia Università Lateranense di Roma.
Per me, eterno dilettante in questioni neotestamentarie (e in molte altre, a dire il vero), ma lettore accanito e appassionato, Penna, più che un esegeta, era l’Esegesi. I suoi grandi commentari (rinuncio all’elenco: è più breve ricordare i libri sui quali non ha pubblicato; però Romani, in 3 volumi, resta un monumento) non sono di facile lettura, a motivo dell’acribia analitica: lo studioso è un panzer, che procede nelle questioni, esaminando un’ipotesi dopo l’altra (Dieci? E sia!) con pazienza e determinazione. Spesso la tentazione è di saltare subito alle conclusioni, tanto sull’apparato argomentativo si può stare tranquilli. Ma anche la fatica della microanalisi ha il suo fascino, spesso si impara qualcosa di assolutamente nuovo da una nota.
Poi c’è una serie chilometrica di opere su singoli temi, dalla cristologia neotestamentaria alla storia delle comunità delle origini… […]
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