
Roma (NEV), 12 febbraio 2025 – Nei primi giorni del mese di febbraio, il pastore Eduard Khegay, Vescovo della Chiesa metodista russa, è stato in visita a Roma per una serie di incontri. Lunedì 10 febbraio ha incontrato il presidente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI), pastore Luca Anziani.
“È stato un incontro molto importante nel quale sono emerse tutte le difficoltà che sta vivendo la piccola chiesa metodista russa – ha dichiarato all’agenzia NEV il pastore Anziani –. Il Vescovo Khegay ha ben sintetizzato la situazione. Si tratta di una chiesa che conta 2500 membri e che sta vivendo una profonda conflittualità interna. La chiesa è divisa sul fronte della guerra in Ucraina. Spesso i più giovani della chiesa sono contrari alle politiche di Putin, mentre i più anziani, dunque i loro genitori, si sono schierati a favore del premier russo rappresentando, anche nella chiesa, ciò che già accade nella società. Inoltre la chiesa metodista russa, insieme a tutta la zona dell’Eurasia, sta riflettendo se uscire o meno dalla comunione con la United Methodist Church (UMC), di cui è parte. Come sappiamo, lo scorso anno, durante la conferenza generale a Charlotte (NC), la UMC ha deciso formalmente l’accoglienza delle coppie omosessuali e l’ordinazione di ministri dichiaratamente omosessuali. Questo ha determinato, negli USA e in tutti i paesi dove le chiese metodiste fanno parte di questa Unione, una profonda scissione con la conseguente fuoriuscita di diverse conferenze metodiste. Nei prossimi mesi la conferenza generale dell’Eurasia prenderà una decisione in tal merito”.
Il pastore Anziani, in occasione dell’incontro, ha posto al Vescovo Khegay questa domanda: lei per cosa prega, in questa situazione? Khegay ha risposto che prega soprattutto affinché il processo interno alla chiesa si possa svolgere pacificamente.
Quanto alla risoluzione del conflitto in Ucraina, il Vescovo ritiene molto probabile che, con la vittoria di Trump alle elezioni statunitensi e visti i suoi rapporti con il presidente Putin, è probabile che il conflitto terminerà nei prossimi mesi. La grande preoccupazione rimane quella della riconciliazione. Cosa accadrà dopo? Come sarà possibile che la chiesa metodista saprà operare concretamente per la riconciliazione se la Conferenza Generale dovesse decidere un sostanziale isolamento della chiesa, non solo rispetto alla UMC, ma anche al mondo Metodista dell’Europa occidentale? “Su questo – ha concluso Anziani – il Vescovo è apparso fortemente preoccupato e ci ha chiesto un aiuto concreto per avviare un processo di riconciliazione soprattutto tra le nuove generazioni in Russia ed Ucraina. Abbiamo dato la nostra disponibilità ad essere un luogo neutrale dove potersi incontrare e riflettere insieme sui temi della giustizia, della pace, del perdono come fondamenti della riconciliazione offrendo anche il centro metodista di Ecumene come luogo di incontro dei giovani e delle giovani metodiste che in Russia e Ucraina hanno particolarmente sofferto la frattura della fraternità reciproca nel contesto di un conflitto così lacerante.
È sempre più evidente che il legame che unisce le chiese metodiste a livello Europeo e globale diventa sempre più centrale nel confronto anche molto concreto, relativamente non solo alle questioni interne delle chiese, ma anche alle questioni sociali e politiche, rispondendo alla parola di Gesù: voi siete nel mondo, ma fatevi coraggio. Io ho vinto il mondo, proprio quel mondo di cui parlava Wesley dicendo che il mondo è la mia parrocchia”.