Roma (NEV), 14 febbraio 2025 – La campagna “Basta favori ai mercanti di armi” ha accolto con soddisfazione il rinvio di un mese della discussione alla Camera sul DDL 1730 che mira a ridurre i controlli sull’export italiano di armamenti. Sostenuta da oltre 200 organizzazioni, la mobilitazione ha contribuito a ottenere questo rinvio. Adesso, si auspica che il tempo aggiuntivo contribuisca a migliorare il provvedimento.
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Rete italiana pace e disarmo, a cui aderisce anche la Commissione globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), sottolinea l’importanza di mantenere trasparenza e controlli sulla vendita di armi, evitando pericolose lacune normative, e rinnova la disponibilità al dialogo con tutte le forze politiche per difendere i principi della legge 185/90.
All’indomani dallo slittamento, la coordinatrice GLAM Maria Elena Lacquaniti ha detto: “Abbiamo ancora un mese di tempo per aderire alla campagna “Basta favori ai mercanti di armi! Fermiamo lo svuotamento della Legge 185/90” e ribadire così l’importanza della trasparenza che questa legge deve garantire.
Non avere tracciabilità dei paesi a cui le armi sono destinate (armi o componenti per armamenti) è grave.
Abbiamo venduto armi fino a tutto il 2023, a Israele in conflitto con la Palestina, all’Arabia in conflitto con lo Yemen, all’Egitto in conflitto con l’Italia per il caso Regeni e per le ripetute violazioni dei diritti umani. Come cittadini italiani abbiamo il diritto di conoscere chi finanzia”.
Sul tema, la GLAM aveva già sollecitato la sua rete di simpatizzanti, ricordando che la garanzia di trasparenza sull’export di armi riguarda fra l’altro la pubblicazione annuale dei finanziatori privati del mercato delle armi, tra i più banche, compagnie di assicurazione e istituti finanziari. Inoltre, la questione riguarda anche la responsabilità del Paese, ad esempio sulla vendita di armi a paesi belligeranti.
Il rischio è che tutto questo decada, “con un’unica certezza: vendita senza tracciabilità e nessuna informazione relativa a chi finanzia questa economia di morte – ha scritto la GLAM –. Il cammino verso la pace è continuamente ostacolato da leggi come quella che si vorrebbe approvare, garante di un’economia di guerra e verso la quale come credenti avvisiamo repulsione, perché la crescita industriale di un paese non possa mai contare su vite spezzate da guerre e conflitti”.