Roma (NEV), 14 marzo 2025 – Riceviamo e pubblichiamo un comunicato della Chiesa valdese di Torino che, da diversi anni, partecipa alla marcia in ricordo del partigiano ebreo Emanuele Artom organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Comunità Ebraica. Si tratta del testo dell’intervento tenuto dal Presidente del Concistoro Sergio Velluto il 13 marzo 2025.
A seguire, inoltre, uno stralcio della lettera di richiesta di adesione al Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte, da parte dello stesso Concistoro.
Numerosi sono i motivi che legano la comunità valdese a quella ebraica, ragioni storiche che ci hanno visti muovere insieme i primi passi verso le libertà civili, ragioni di fede che ci trovano entrambi appassionati studiosi dei libri della bibbia che condividiamo, battaglie per la laicità delle istituzioni o in difesa delle minoranze.
Il partigiano Emanuele Artom ci ha lasciato in eredità anche dei diari, la cui lettura provoca a un valdese come me un’emozione grandissima.
Non solo per la descrizione delle località delle Valli Valdesi in cui Artom operò: la val d’Angrogna, Prali, il Colle Giulian che gli fu fatale.
Non solo per la menzione dei suoi compagni di banda, Malan, Diena, Lo Bue, Lombardini e altri che rappresentano anche per noi valdesi la testimonianza migliore della nostra partecipazione alla lotta partigiana contro il nazifascismo.
Ma leggere cosa scrive Emanuele Artom nel suo diario, ci mette di fronte a una persona, un ragazzo diremmo noi oggi, che non si ritiene un eroe, ma che ha anzi la capacità di rendersi conto che neanche gli altri suoi compagni di banda lo sono. Nelle pagine del diario tratteggia una umanità fragile, contradittoria, per niente eroica. Eppure, è questa stessa umanità, fatta dell’unione di tante debolezze, che ha avuto il coraggio di unirsi intorno agli ideali di giustizia e di libertà per combattere il nazi-fascismo.
Per questo oggi vorrei dire a voi, ragazze e ragazzi, di essere pronti quando un giorno sarete chiamati a difendere i valori della libertà e della giustizia, è un dovere che spetta a chiunque, non solo agli eroi. In quel momento dovrete rispondere subito e con la stessa speranza che ha animato allora i ragazzi come Artom. La speranza di raggiungere la pace e di costruire un mondo lontano dagli orrori dell’odio.
Sergio Velluto
Il Concistoro della Chiesa valdese di Torino ha deliberato, già lo scorso anno, di richiedere
l’adesione al Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte, sulla base di un legame storico tra la Chiesa valdese e la Resistenza ben espresso dalle parole del pastore Giorgio Bouchard: “Sarei molto più felice se la Resistenza venisse presto considerata come una pagina fondamentale della storia dell’evangelismo italiano”. Nella lettera inviata poche settimane fa al suddetto Comitato, si ricordano figure significative come Frida Malan, partigiana e poi assessora a Torino. Inoltre, si sottolinea il contributo della Comunità valdese alla costruzione dell’Italia repubblicana e antifascista, nonchè il ruolo della Chiesa nel movimento europeista e nella fondazione del Centro ecumenico di Agape, luogo di formazione sui principi di convivenza e diritti. Infine, il valore delle Intese tra Stato e Chiesa valdese, pioniera nell’attuazione dell’Art. 8 della Costituzione.
“Ad ottant’anni dal 25 aprile del 1945, quando potrebbe sembrare che la memoria comune fatichi a ricordare le conquiste democratiche e gli sforzi fatti per raggiungerle – si legge ancora nella lettera -, è doveroso riaffermare la presenza della nostra Comunità accanto alle altre componenti del tessuto democratico e civile della nostra Regione. Chiediamo di aderire pertanto al Comitato Resistenza e Costituzione impegnandoci a svolgere appieno il nostro dovere di cittadini democratici ed antifascisti”.