Lo straniero come dono da accogliere

Erica Sfredda apre i lavori della 60^ sessione di formazione del SAE - foto di Laura Caffagnini

Dal 24 al 27 aprile si è svolto a Verona il convegno di primavera del Segretariato attività ecumeniche (SAE-aps), ospitato nella sede dei Missionari Comboniani, vicino all’antico Ponte Pietra che collega le due rive dell’Adige nella città definita “Piccola Gerusalemme”. Non meraviglia che Verona, intrigante com’è, sia patrimonio mondiale Unesco, e visitandola si scoprono, oltre alle tante chiese cattoliche, la sinagoga, la chiesa valdese e le altre associate nel Consiglio delle Chiese cristiane locale. L’appuntamento ha riunito attorno al tema «Lo straniero come dono da accogliere» una sessantina di cristiane e cristiani di diverse confessioni nell’ascolto di voci cristiane, laiche, una musulmana e una ebrea. Il Coro ecumenico di Verona, diretto dal maestro Nicola Sfredda, ha animato la serata inaugurale con un repertorio che ha proposto musiche e parole delle varie tradizioni.

Nella sua introduzione ai lavori, la presidente del SAE, la valdese Erica Sfredda, ha sottolineato «il valore fondante, sacro dell’ospitalità, un atto di fiducia, di coraggio. Migrare è diventata una scelta obbligata e per noi accogliere è offrire una possibilità di vita, è un atto di giustizia». Di fronte alla nostra incapacità di accogliere, «è indispensabile parlare di accoglienza, che è opportunità e ricchezza. Il confronto con il diverso arricchisce la nostra identità».

La moderatora della Tavola valdese, diacona Alessandra Trotta

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