
Nell’ambito della commemorazione per l’inizio del Decennio speciale, la sessione plenaria è stata caratterizzata da riflessioni teologiche e testimonianze profetiche da parte di leader ecclesiastici di sei continenti, uniti nell’avviare ufficialmente e nell’impegnarsi e intraprendere azioni per il Decennio ecumenico di azione per la giustizia climatica.
“Il nostro stile di vita consuma 1,8 volte quello che la Terra può rinnovare. La trasformazione economica deve iniziare nel cuore; la teologia deve plasmare il discepolato e il discepolato deve plasmare il mondo” ha detto la pastora Charissa Suli, presidente della Chiesa Unita in Australia, durante una riflessione teologica sul “Giubileo per le persone e la terra”.
La plenaria ha sottolineato il concetto biblico di giubileo come quadro per la trasformazione sistemica, un fondamento chiave del Decennio ecumenico dell’azione per la giustizia climatica.
I relatori hanno chiesto alle chiese di andare oltre le risposte caritatevoli per affrontare le cause profonde dell’ingiustizia climatica, in particolare l’impatto sproporzionato sulle comunità vulnerabili.
“Coloro che rappresentano il Leone di Giuda devono ruggire come leoni, non miagolare come gatti domestici” ha dichiarato Edmund Stuurman, capo anziano Khoe-San della Chiesa congregazionale unita dell’Africa Meridionale, sfidando i leader religiosi a perseguire un’azione coraggiosa piuttosto che “chiacchiere di alto profilo”.

L’incontro ha messo in evidenza le realtà urgenti che le comunità di tutto il mondo devono affrontare, dalle isole del Pacifico minacciate dall’innalzamento del livello del mare ai lavoratori agricoli migranti esposti a condizioni meteorologiche estreme senza protezione. Il pastore Semisi Turagavou della Chiesa metodista di Fiji e Rotuma ha avvertito che alcune isole potrebbero scomparire entro 20 anni, chiedendo alla chiesa globale: “Volete venire a fianco della nostra barca prima che scivoli sotto le onde?”
L’evento, moderato dai pastori Angelique Walker Smith, Presidente del CEC del Nord America, e François Phiaatae, Presidente del CEC del Pacifico, è stato caratterizzato da riflessioni teologiche sul “Giubileo per le persone e la Terra”, seguite da conversazioni di gruppo e da una tavola rotonda animata dal vescovo Julio Murray.
I giovani hanno guidato i partecipanti in una toccante “liturgia tattile” di terra e semi, cantando l’inno Faith Sebwa della COP28.
Tra i relatori, il Grande Archimandrita Iakovos Krochak (Patriarcato Ecumenico), Ann Jacob (Chiesa metodista unita USA), past. Rachel Mash (Chiesa anglicana dell’Africa Meridionale), Uhuru Dempers (Chiesa evangelica luterana in Namibia) e Julia Rensberg (Chiesa di Svezia).
La plenaria si è conclusa con la stesura di una preghiera e una dichiarazione di impegno personale per il lancio del Decennio ecumenico di azione per la giustizia climatica, anche per un più ampio spirito giubilare nel cammino verso la giustizia climatica.
Fonte: CEC