Roma (NEV/Riforma), 14 luglio 2025 – Alessandro Spanu
«Vivere l’evangelo, perché non basta sapere che c’è una buona notizia, è necessario vivere l’evangelo di Gesù e sperimentare come esso trasformi le nostre vite». Questo il tema del 23° Congresso dell’Alleanza battista mondiale: un incontro coloratissimo, partecipato da donne e uomini provenienti da tutto il mondo, soprattutto dall’Asia. Quattromila battiste e battisti si sono incontrati dal 9 al 12 luglio a Brisbane, Australia. Il Congresso dell’Alleanza battista si svolge ogni cinque anni ed è un evento che celebra la pluralità e l’unità del battismo mondiale. L’Alleanza battista mondiale (BWA) è una comunione cristiana fondata nel 1905 che raccoglie 53 milioni di persone da 134 paesi e 178.000 chiese: una comunione plurale, ricca e dialettica. Un popolo del patto, com’è stato più volte affermato.
Le immagini dell’oceano, del deserto e della natura australiana rigogliosa e sfidante, accompagnate da un canto tradizionale, dal didgeridoo (strumento a fiato tipico delle popolazioni aborigene del nord dell’Australia) e dalla danza liturgica hanno aperto il Congresso. Elijah Brown, segretario generale della BWA, ha rivolto una chiamata a una missione globale in vista del 2033: anniversario – seppure convenzionale – della nascita della Chiesa. La missione si chiama «Il movimento di Atti 2». Prendendo le mosse da Atti 2, 41-47, Brown ha invitato le Chiese a impegnarsi affinché la Bibbia sia tradotta in ogni lingua del mondo, affinché ogni battista s’impegni a dare la propria testimonianza personale almeno una volta l’anno, a prestare intenzionalmente aiuto a chi è nel bisogno, a prendersi cura delle persone vicine, ad affermare insieme agli altri cristiani la libertà di culto per tutti e per tutte. Cinque impegni affinché tutti e tutte abbiano l’occasione di ascoltare l’evangelo…
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