Roma (NEV), 14 agosto 2025 – “C’è chi ha perso una sorella, chi un figlio piccolo, chi il marito. Non sono tragedie, ma morti annunciate”. Con queste parole Marta Bernardini, coordinatrice di Mediterranean Hope (MH), programma migranti e rifugiati della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), commenta il naufragio avvenuto ieri nelle acque vicino Lampedusa, dove si contano almeno una ventina di morti accertati e decine di dispersi.
La barca, partita dalla Libia due giorni prima, si è ribaltata poco distante dall’isola. I racconti dei superstiti parlano di famiglie spezzate: una madre e un padre che hanno perso una bambina di un anno e mezzo, una giovane che ha perso la sorella minore, altri che hanno visto sparire in mare mariti, mogli, figli.
La FCEI è presente tutto l’anno a Lampedusa con un presidio costante, l’Osservatorio di MH. Nelle ultime ore il molo Favaloro, punto di approdo e di prima assistenza, è statoluogo di dolore e confusione. “Le persone che arrivano sono quelle più fortunate – prosegue Bernardini – delle altre non sapremo mai nulla. La colpa di queste morti non può certo essere imputata a chi decide di partire, ma è una precisa responsabilità politica dei governi europei, che cercano di nascondere ciò che continua a succedere o di spostare il problema altrove. Il risultato è quello che vediamo: le persone continuano a morire nel Mediterraneo”.
Francesca Saccomandi, operatrice di MH presente al molo, conferma la gravità della situazione: “Le persone che abbiamo incontrato ieri erano in stato di shock e in condizioni di salute precarie. Alcune persone sono state portate al poliambulatorio perché avevano bevuto molta acqua salata nel tentativo di salvarsi. Al momento – prosegue Saccomandi – più di venti salme si trovano al cimitero di Lampedusa. Queste sono morti annunciate, conseguenza delle politiche di respingimento che Europa e Italia portano avanti da troppo tempo. Senza vie di accesso legali per tutti e tutte, sono storie tragiche che continueranno a ripetersi”.
Da 11 anni Mediterranean Hope opera a Lampedusa con un Osservatorio sulle migrazioni nel Mediterraneo, raccogliendo dati e testimonianze sugli sbarchi e offrendo supporto ai naufraghi. Oltre all’attività sull’isola, MH promuove progetti per la tutela della dignità delle persone rifugiate e migranti: i Corridoi umanitari e altre vie legali di accesso sicuro in Italia e in Europa, il sostegno lungo la rotta balcanica, iniziative contro lo sfruttamento dei braccianti agricoli e interventi di accoglienza diffusa.




























