Venezia, 82^ Mostra Internazionale del cinema. La Giuria protestante

Torre Pellice (NEV), 26 agosto 2025 – Venezia Lido. Dal 27 agosto al 6 settembre, l’Associazione protestante cinema “Roberto Sbaffi” è presente alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Insieme alla delegazione Interfilm, guidata dal presidente, pastore metodista Peter Ciaccio, c’è infatti la Giuria protestante, che assegnerà il suo specifico premio.

Quest’anno la giuria è composta da: Dirk von Jutrczenka (Germania), Leonardo Noam Ribet Griot (Italia), Edna Rodriguez Plate (USA), SB Rodriguez-Plate (USA), Anita Uzulniece (Lettonia).

Il pastore Ciaccio dichiara: “La Mostra di Venezia è il più importante appuntamento culturale in Italia, il primo festival del cinema al mondo. Dal 2011 siamo presenti ufficialmente come chiese protestanti attraverso una giuria collaterale che dà il ‘Premio INTERFILM per il dialogo interreligioso’, che quest’anno vedrà una selezione di 24 film dal Concorso principale e dalla sezione Orizzonti.”

Star internazionali, nuove voci emergenti e storie inedite

“È un festival che si presenta molto ricco, con registi importanti in concorso, tra cui Paolo Sorrentino, Katryn Bigelow, Jim Jarmusch, Yorgos Lanthimos, Guillermo Del Toro, François Ozon, e fuori concorso Luca Guadagnino, Anders Thomas Jensen, Werner Herzog, Sofia Coppola, per dirne solo alcuni.” Ciaccio spiega: “I nomi grossi devono esserci per rendere Venezia un appuntamento da non mancare, però, si viene alla Mostra soprattutto per scoprire nuovi talenti e nuove storie, da culture meno rappresentate.”

“Il confine tra cultura e politica è sempre sottile, e non sono sicuro che abbia senso tentare di distinguerle. D’altra parte la Mostra del Cinema nasce per volere di Mussolini per promuovere la cultura italiana, all’epoca sotto stretto controllo del MinCulPop, e fu per protesta nei confronti di una Mostra che era espressione del regime che nacque il festival di Cannes. 

Cinema tra proteste e ipotesi di censura

La Mostra si apre fra le proteste in seguito alla lettera di artisti, registi e cineasti che chiedono una presa di posizione netta su Gaza. L’ipotesi di esclusione di artisti provenienti da Israele suscita dibattiti e perplessità. 

“Il cinema è sempre stato usato per propaganda, non solo dai ‘cattivi’, ma anche dai ‘buoni’. – ha commentato ancora Ciaccio – Ed è giusto che un evento culturale sia anche luogo di protesta politica, altrimenti sarebbe irrilevante.” Conclude il pastore: “Per questi motivi è sempre bene evitare boicottaggi ufficiali, che rischierebbero di trasformare una legittima protesta in censura dall’alto. Bisogna lasciare che le opere parlino: d’altra parte, pubblico e critica hanno gli strumenti per discernere dove sia la propaganda di posizioni e azioni riprovevoli. Questa dovrebbe essere la regola generale.”