Israele e Palestina, quale dialogo? Se ne parla su Voce evangelica di ottobre

Un dettaglio dalla copertina di Voce evangelica di ottobre 2025

Roma (NEV), 8 ottobre 2025 – “Israele / Palestina, quale dialogo?”. Questo è il titolo scelto per il numero di “Voce evangelica” di ottobre.

“Non ci sono alternative. Per fermare la violenza, le atrocità, l’orrore, l’ingiustizia c’è solo il dialogo” scrive la caporedattrice Gaëlle Courtens nella presentazione del dossier dedicato a una domanda tanto urgente quanto complessa: è ancora possibile il dialogo tra israeliani e palestinesi? Nell’articolo, si invita a “deporre le armi”, non solo quelle materiali ma anche quelle “della propaganda, della menzogna, della manipolazione e dell’autoinganno”. Il dialogo, scrive Courtens, è intrinsecamente nonviolento e deve essere “una ricerca comune della verità”, mediata da empatia e ascolto reciproco. È necessario poter parlare di tutto: dalle responsabilità del “sionismo cristiano” e del “sionismo coloniale”, alla realtà di “un regime di apartheid e sorveglianza”, senza tacere “i crimini di guerra e contro l’umanità perpetrati da Hamas”. Solo riconoscendo la verità di tutti i dolori, conclude Courtens, si può aprire un cammino di fiducia e, forse, di riconciliazione.

Il dossier è preceduto dall’articolo “Fanatismo religioso, cancro in Israele e Palestina.
Incontro con Aref Hajjaj, uomo del dialogo”.

Poi, Chiara Gerosa firma il pezzo “Non cedere all’odio è guardarsi negli occhi.
Hanno perso un figlio, ma lottano per la vita e per la pace”, in cui si parla dell’esperienza del Parent’s Circle www.theparentscircle.org [recentemente in Italia insieme a Combatants for Peace www.cfpeace.org nell’ambito del progetto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia – FCEI – e della rivista/Centro studi Confronti “Fermiamo l’odio, aiutiamo i costruttori di pace“].

A seguire, l’articolo “Cristiani in dialogo uniti dalle stesse lotte. Il genocidio a Gaza cambierà il modo di fare teologia?” e ancora “Non tutto è antisemitismo. Ma l’antisemitismo, quello vero, va combattuto sempre”, di Paolo Tognina.

Nel mensile trova spazio anche un articolo di Elena Ribet, redattrice dell’agenzia stampa nev/FCEI, dal titolo Di chi è questa terra? Di chi è il dolore? – una riflessione su dolore ed empatia a partire dagli atti del Sinodo delle chiese metodiste e valdesi e da documenti di altri organismi internazionali. Ribet affronta i rischi della polarizzazione, la situazione dei cristiani palestinesi e del patriarcato ortodosso di Gerusalemme. L’articolo si chiude con una citazione della filosofa Donna Haraway che è un invito a riconoscere le connessioni fra esseri viventi e ad approfondire insieme la conoscenza reciproca: «Nessuna specie agisce da sola, neanche una specie arrogante come la nostra… La terra è piena di rifugiati, umani e non umani, senza più rifugio».

Eppure, afferma Haraway, ci sono “eruzioni di energia benefica” dall’amore per la terra e dalla “rabbia verso estinzioni, stermini, genocidi e impoverimenti messi in atto secondo schemi forzati”. Il testo è del 2020 e si riferisce a schemi che “hanno reso quasi impossibile esistere e progredire”. È un’era di distruzione incessante che richiede un salto di qualità nel pensiero e nelle pratiche.


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