Roma (NEV), 9 ottobre 2025 – Il 17 e il 18 ottobre 2025 a Roma, presso il Monastero di Santa Cecilia, si tiene il VII Convegno teologico promosso dall’Accademia di studi luterani in Italia (ASLI) dal titolo “Lutero e la Trinità”. Due giornate di studio dedicate alla teologia trinitaria di Lutero, con un denso programma e ospiti internazionali.
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Per l’occasione abbiamo intervistato il presidente dell’ASLI, pastore Dieter Kampen.

Pastore Kampen, il suo intervento si concentrerà sul “ruolo del sillogismo per le affermazioni su Dio”. Può anticiparci quale funzione ha il ragionamento logico in Lutero?
Si tratta di un convegno di grande importanza. Intorno al tema della Trinità la teologia scolastica ha elaborato varie teorie logiche, in quanto il fatto che Dio sia uno e trino è molto difficile da concepire logicamente. In questo dibattito Lutero ha preso una posizione netta, dicendo che la Trinità va al di là della logica umana e non può essere compresa da essa. Invece, deve essere creduta in quanto rivelazione biblica.
Può darci qualche informazione su relatori e relatrici?
Sono tutti studiosi di Lutero con varie pubblicazioni in merito. Provengono da istituzioni accademiche come università statali o ecclesiali, insegnano nell’ambito della teologia, della filosofia, della storia e della didattica religiosa. Abbiamo cinque cattolici e tre evangelici, provenienti da Germania, Svizzera, Repubblica Ceca e naturalmente dall’Italia. Tanta diversità potrebbe risultare dispersiva, ma la maggior parte dei relatori è impegnata già da molti anni nell’ASLI per cui c’è un percorso comune che rende la diversità produttiva.
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Qui tutti i materiali del convegno
VII. Convegno teologico – 17:18 Ottobre 2025 – Accademia di Studi Luterani in Italia
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Il convegno sembra voler rileggere il pensiero trinitario luterano in chiave sistematica, storica e dialogica. Che tipo di ricaduta si augura possa avere questo convegno sul panorama teologico italiano, anche ecumenicamente? In che modo si può comunicare la trinità cristiana in ambito interreligioso e interculturale?
Nei convegni dedicati alla ricerca cerchiamo di esplorare aspetti di Lutero che vanno al di là dei temi maggiormente discussi e che quindi danno un contributo importante per la conoscenza di Lutero in Italia. Riscoprire l’impostazione trinitaria della teologia di Lutero sicuramente costruisce ponti nel dialogo con le altre chiese. Nel dialogo interreligioso si può comunque condividere che così come c’è una dinamica in Dio, così Dio e la creazione sono uniti in un rapporto dinamico in cui tutto viene da Dio, è in Dio e torna a Dio, in cui Dio ci parla e noi rispondiamo con la nostra fede.
Ancora sulla trinità. Che riferimenti ci sono rispetto all’anniversario di Nicea? (A partire dal fatto che nel 1530 venne presentata a Carlo V la Confessione augustana che esprimeva la fede luterana, ma con che esito?)
La coincidenza con l’anniversario di Nicea è puramente casuale, in quanto è stato il tema della creazione a spingerci di approfondire quella della trinità, ma è comunque una coincidenza felice. La Confessione Augustana, che poi è diventata la confessione di fede di tutti i luterani, inizia proprio con un riferimento a Nicea e alla natura trinitaria di Dio. Poi da Carlo V la Confessione Augustana non è stata accolta positivamente per altri motivi, ma il riferimento a Nicea era sicuramente condiviso. Si potrebbe pensare che questo riferimento fu posto all’inizio per creare una buona base per il dialogo, e questo potrebbe essere un motivo, ma è anche da dire che Lutero si riconosceva pienamente nel credo di Nicea (e Costantinopoli) e lo riteneva il più grande dei concili. La fede nel Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, per Lutero, è da credere assolutamente, non tanto perché l’ha detto il concilio del 325, ma perché è biblico, mentre il merito del concilio è stato di difendere questa verità biblica. Il riferimento a Nicea all’inizio della Confessione Augusta non è solo un beau geste, ma il vero fondamento del credo luterano che anche oggi può essere la base per un dialogo tra le varie confessioni.
Una delle iniziative dell’ASLI è stata l’incontro “Parola umana e Parola di Dio”, Lectio Magistralis del professore Dietrich Korsch, in cui si è riflettuto a partire dalla teologia di Karl Barth. In che modo Lutero e Barth si parlano su questo terreno? In che modo la Parola di Dio può restituire direzione, senso e misura al nostro linguaggio?
La Lectio Magistralis si è stata tenuta in occasione del conferimento del titolo di dottore honoris causa a Dietrich Korsch da parte dell’Università di Basilea e naturalmente fa piacere se un membro della propria associazione riceve un tale riconoscimento. Lutero e Barth condividono la rivendicazione del ruolo della Parola di Dio in situazioni in cui il messaggio divino fu filtrato eccessivamente da pensieri umani: la filosofia di Aristotele nel caso della teologia scolastica e il pensiero della filosofia illuminista nel caso della teologia liberale. Lutero e Barth ci ricordano che la rivelazione va oltre la ragione umana e non è sostituibile dalla filosofia. Per un vero orientamento sensato della nostra vita abbiamo bisogno della rivelazione che però si incontra sotto forma di parola umana. In questa tensione tra parola umana e parola divina, il professor Korsch ha sostenuto una teologia in cui rivelazione e razionalità, si pensi ad esempio a una lettura storico-critica della Bibbia, rimangano in dialogo.
Nell’incontro di aprile ci si è soffermati, invece, sul tema della Creazione in Lutero. Che cosa rivela questa prospettiva sul rapporto tra Dio e il mondo, e in che modo può illuminare il dibattito eco-teologico contemporaneo?

In aprile abbiamo presentato la nostra ultima pubblicazione “Lutero e la creazione” che a sua volta si basa su un convegno del 2023. Questi convegni che organizziamo ogni due anni sono dedicati alla ricerca su Lutero. Abbiamo coscientemente escluso la questione ecologica, che naturalmente non era ancora nell’orizzonte di Lutero. Il tema della creazione è tuttavia fondamentale per Lutero e coinvolge tutti i temi della teologia come giustificazione, sacramenti, chiesa, ecc. Noi stessi siamo stati sorpresi delle tante implicazioni. Anche se l’ecologia non appare ancora in Lutero, la sua teologia può cambiare la nostra prospettiva. Dio ha creato e crea ogni cosa ed è presente nella sua creazione. Opera in noi con il suo spirito, affinché noi lo riconosciamo come creatore e giusto. Nel suo commento alla Genesi, di cui il libro traduce il primo capitolo, Lutero chiama ogni pesce e ogni uccello una “lettera” nel linguaggio di Dio. Illuminati dalla fede, vediamo come la creazione, che include anche la musica (si veda il saggio di Michele Cassese), ci annuncia la gloria di Dio. Penso che questo abbia un impatto sul nostro agire nella e verso la creazione.
Oggi si parla spesso di crisi della comunicazione, di eccesso di parole e di perdita di senso. In questo contesto, qual è – secondo lei – l’attualità del pensiero di Lutero, in particolare rispetto al tema della Parola?
Lutero ci ricorda che Dio è diventato uomo in Gesù Cristo. Questa Parola, l’Evangelo di Gesù Cristo ovvero la giustificazione per sola grazia, è la chiave per leggere non solo la Bibbia, ma anche per scrutare le tante parole, azioni e valori che ci circondano. Possiamo sempre chiedere se qualcosa è sensato o meno nella luce dell’amore incondizionato di Dio che l’Evangelo ci rivela.


























