Torre Pellice (Torino), 25 agosto 2016 (SSSMV/11) – Tra i temi affrontati dal Sinodo delle chiese metodiste e valdesi quello della gestione dei fondi otto per mille ha fornito l’occasione per una riflessione più ampia sullo stato della libertà religiosa in Italia, con particolare riferimento a quelle confessioni che non avendo ancora stipulato Intese con lo Stato non hanno accesso al meccanismo di finanziamento previsto dall’otto per mille.
Riportando in conferenza stampa i nuclei del dibattito sinodale, la responsabile dell’Ufficio otto per mille della Tavola valdese Susanna Pietra ha dichiarato: “Diversamente dagli anni passati quest’anno si è cercato di separare il momento tecnico, durante il quale i nostri uffici rendono conto al Sinodo su come sono stati utilizzati i fondi, e la discussione sulla campagna di comunicazione. I progetti finanziati dall’otto per mille – ha spiegato la responsabile – sono un grande impegno sociale ma rappresentano anche una testimonianza di chi siamo. In quest’ottica, la comunicazione non è un aspetto secondario, e non ha come unico obiettivo quello di incrementare il numero delle firme. Sentiamo la necessità di ribadire sempre più all’esterno il fatto che siamo una chiesa”.
Alla conferenza stampa è intervenuta anche l’avvocato Ilaria Valenzi, consulente legale della Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS), che ha spostato l’attenzione sulla necessità di una legge sulla libertà religiosa. “Il tema della ripartizione dei fondi otto per mille alle varie confessioni apre ad una tematica più ampia, che è quella del riconoscimento delle confessioni religiose presenti sul suolo italiano”. Secondo Valenzi è vero che le confessioni senza Intesa non possono accedere all’otto per mille, “tuttavia – ha specificato l’avvocato – l’art. 19 della Costituzione apre alla possibilità che anche le religioni ancora senza Intesa possano godere di un riconoscimento che sarebbe auspicabile definire tramite una legge organica sulla libertà religiosa. Una legge uguale per tutti – ha concluso Ilaria Valenzi, con un riferimento all’attualità – risolverebbe anche problemi d’altro ordine, come ad esempio quello di avere un luogo di culto pienamente riconosciuto che corre il rischio di essere chiuso da una legge regionale sull’edilizia”.
L’assemblea sinodale con un ordine del giorno ha voluto ribadire con forza l’importanza che riveste il riconoscimento nella nostra società del pluralismo religioso, a cominciare dal dialogo interreligioso: “Il Sinodo, riaffermando l’importanza del dialogo ecumenico e interreligioso incoraggia la Tavola valdese, le Commissioni esecutive distrettuali, i Consigli di circuito e le chiese tutte a organizzare e partecipare a iniziative di dialogo interreligioso, che si configurino come reali e proficue occasioni di incontro e di lotta al razzismo, all’antisemitismo e all’islamofobia, a tutti i tipi di discriminazione dovuti alla religione e alla cultura, in vista di una società laica, inclusiva e aperta alla convivenza. Propone alle chiese di aderire alla Giornata del dialogo cristiano-islamico (27 ottobre), così come auspicato da diversi appelli che hanno già raccolto numerose adesioni in ambito evangelico, cattolico e ortodosso”.