Curiosità. Ginevra a Sotheby’s: restituiteci la busta paga di Giovanni Calvino

Roma (NEV), 26 marzo 2017 – Una ricevuta di pagamento datata 15 dicembre 1553 e controfirmata dal Riformatore ginevrino Giovanni Calvino in persona è nelle mani della prestigiosa casa d’aste Sotheby’s di New York (USA). Saputo della vendita del documento storico – valore iniziale stimato tra 20 e 30.000 dollari – lo Stato di Ginevra, reputando esserne il legittimo proprietario, è riuscito a bloccarne l’asta lo scorso dicembre. Ora, tuttavia, ne chiede la restituzione: le autorità ginevrine in questi giorni, attraverso i servizi diplomatici della Confederazione, hanno inviato un lungo ed articolato memorandum alle autorità statunitensi con lo scopo di tornare in possesso del documento, probabilmente trafugato nel XIX secolo. E’ quanto si apprende dal quotidiano “Tribune de Genève”.

Si tratta di una carta, anticamente custodita negli Archivi di Stato di Ginevra, che attesta il pagamento, da parte dei sindaci del cantone elvetico, del salario corrisposto a Calvino per il tramite del tesoriere, per le sue attività pastorali e di docente dell’Accademia: 125 fiorini per il quarto trimestre dell’anno. “Confesso di aver ricevuto la somma qui indicata dalle mani del tesoriere Dupuis questo 29 dicembre 1553”: è quanto Calvino scrisse in francese controfirmando la sua busta paga.

La firma di Giovanni Calvino

L’Archivio di Stato di Ginevra è in possesso di altre 21 ricevute simili, interessanti storicamente anche perché attestano l’abbandono della lingua latina per i testi di natura amministrativa.

Ritratto del Riformatore Giovanni Calvino (1509-1564),olio della Scuola francese (XVI sec.)

Per lo Stato di Ginevra questo documento non ha mai smesso di essere di pubblico dominio, al pari di tutti i cimeli custoditi negli archivi pubblici, pertanto, chi lo possiede attualmente non può mai esserne diventato il legittimo proprietario. “Il carattere inalienabile e imprescrittibile degli archivi pubblici è un principio fondamentale che figura sia nella legge ginevrina che federale, ma anche nell’ordinamento statunitense, nonché nel diritto internazionale”, assicura Michaël Flaks, direttore generale dell’Interno presso il Dipartimento presidenziale della Repubblica e del Cantone di Ginevra. La partita, per sua natura transfrontaliera, per ora non è affatto vinta, come fa notare la Tribune de Genève: lo Stato in cui si trova l’oggetto conteso, in questo caso gli USA, tende di solito a difendere il proprietario sul proprio territorio, che può aver ricevuto in dono o acquistato in buona fede un oggetto, seppur ricettato alla base.