Benedizioni a scuola: una sentenza che non convince

Il commento di Silvana Ronco, membro del Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia, secondo cui l’essersi rivolti alle aule di tribunale per dirimere la questione è stata una scelta controproducente

Roma (NEV), 30 marzo 2017 – La sentenza con cui il Consiglio di Stato ritiene legittima la benedizione pasquale dei locali scolastici se attuata in orario extrascolastico e su base volontaria, “non ci soddisfa: essa si colloca nel pieno della legalità, ma non rende giustizia al principio della laicità dello Stato”. Questo il giudizio di Silvana Ronco, membro del Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e da sempre impegnata nel dibattito sulla scuola, sulla decisione con cui il Consiglio di Stato, lo scorso 27 marzo, ha ribaltato la sentenza del TAR dell’Emilia-Romagna a cui si erano appellati alcuni genitori dell’Istituto comprensivo 20 di Bologna.

“Il Consiglio di Stato –prosegue Ronco che è stata, tra l’altro presidente dell’Associazione ’31 Ottobre, per una scuola laica e pluralista’ – ha quindi stabilito che per le benedizioni pasquali si possa seguire lo stesso iter richiesto per qualsiasi altro uso dei locali scolastici: se la manifestazione avviene al di fuori dell’orario scolastico e con partecipazione su base volontaria, allora una benedizione non si nega a nessuno”.

A non soddisfare Ronco non è però soltanto la sentenza ma anche le modalità che hanno portato le famiglie contrarie allo svolgimento del rito religioso a rivolgersi alle aule di tribunale per dirimere la questione. “Era scontato fin dall’inizio – ha sottolineato Ronco – il risultato del ‘muro contro muro’ creatosi nell’istituto comprensivo bolognese interessato dal contenzioso: nessuna delle parti avrebbe rinunciato a ricorrere in appello. E visto lo stato di salute della laicità in Italia, ora questa sentenza non solo toglie ogni dubbio ma, indirettamente, suggerisce per il periodo pasquale cui siamo prossimi che tra le varie iniziative ‘culturali’ si possa tranquillamente inserire la benedizione dei locali scolastici. Non sarebbe stato più opportuno – si interroga Ronco –  richiedere all’istituzione scolastica l’organizzazione di un incontro pubblico in cui discutere delle varie posizioni in merito al rito che, ora, nessuno potrà più mettere in discussione? Un’altra occasione persa per fare (in)formazione, laica, a scuola”.