Digitalizzazione e futuro del lavoro e delle relazioni sociali

L'Azione delle chiese per il lavoro e la vita (CALL) della conferenza delle chiese europee ha promosso un incontro sulle opportunità e i rischi dell'uso delle nuove tecnologie nel mercato del lavoro

Roma (NEV/Riforma.it), 2 maggio 2018 – La digitalizzazione è diventata uno dei temi più discussi in Europa perché ilo nostro continente punta ad essere un mercato unico digitale, per avanzare insieme nel calcolo ad alte prestazioni, nella mobilità connessa e automatizzata, e nella digitalizzazione dell’industria e dei servizi pubblici, così come nella intelligenza artificiale e nelle tecnologie di certificazione delle transazioni.

A questo proposito l’Azione delle chiese per il lavoro e la vita (CALL), costituitasi nel 2010 nell’ambito della Conferenza delle chiese europee (KEK), ha promosso la conferenza “Digitalizzazione e futuro del lavoro e delle relazioni sociali”, che si è tenuta a Berlino presso l’Accademia evangelica dal 23 al 25 aprile scorsi.

Come primo momento di riflessione è stata organizzata una visita agli uffici delle ferrovie tedesche che stanno affrontando una ristrutturazione digitale con la preoccupazione di ricollocare le lavoratrici e i lavoratori diventati eccedenti, seppure spesso in posizioni lavorative meno qualificate delle precedenti.

Il tema è poi stato analizzato in una tavola rotonda a più voci, tra cui quelle di Irmgard Nuebler dell’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO), dell’imprenditore finalndese Mikko Perala, del sindacalista tedesco Martin Beckmann, di Eugenuio Laterza della Banca europea degli investimenti e dello scienziato inglese Tony Hey.

Il contributo teologico è stato portato da Torsten Meiris, professore di teologia sistematica alla Università Humboldt di Berlino e da Radu Preda, professore associato di teologia sociale in Romania.

A conclusione della conferenza, i partecipanti hanno redatto una lettera alle chiese nella quale, in particolare, sottolineano l’importanza di formare un pensiero critico che aiuti a osservare fattori positivi e negativi della questione. La stessa tecnologia, infatti, in un uso privato è messa al servizio di comunicazioni interattive mentre  in condizioni di lavoro rafforza, insieme al precariato, la concentrazione del potere e forme organizzative verticistiche.

Nello specifico la tecnologia va posta al servizio della vita e non del dominio. Se l’industria si dà un obiettivo 4.0 occorre domandarsi come si configura un lavoro 4.0, una classe media 4.0, uno Stato 4.0 in termini di sostenibilità sociale, di protezione della privacy, di miglioramento delle condizioni di vita di tutti.

Dall’Italia ha partecipato all’incontro Antonella Visintin, coordinatrice della Commissione Globalizzazione e ambiente (GLAM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

Il documento dal titolo “Digitalizzazione e futuro del lavoro e delle relazioni sociali” licenziato al termine della conferenza è scaricabile in traduzione italiana qui.