Negro (FCEI): Guai a noi se dimentichiamo il #3ottobre

Da Lampedusa un forte messaggio ecumenico di memoria e la richiesta di vie legali di accesso per i rifugiati

Lampedusa (NEV), 4 ottobre 2018 – “Bisogna tenere vivo il ricordo e desta l’attenzione del nostro paese, dell’Europa e del mondo” ha dichiarato il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Luca Maria Negro, durante la commemorazione ecumenica del 3 ottobre al Santuario della Madonna di Porto Salvo a Lampedusa. Insistendo sull’importanza del ricordo e del ricordare insieme come momento di denuncia, Negro ha aggiunto: “Guai a noi se dimentichiamo il 3 ottobre, guai a noi se dimentichiamo le vittime, guai a noi se dimentichiamo le tragedie del mare. Obiettiamo a questa logica e alle leggi che la sostengono. Chiediamo vie legali”.

Silenzio e raccoglimento, dolore e denuncia hanno caratterizzato la commemorazione, organizzata dalla Federazione delle chiese evangeliche e dalla Parrocchia San Gerlando, al termine di una giornata in cui l’isola si è popolata di persone e ricordi. Nel piazzale antistante il santuario si sono radunati evangelici e cattolici, lampedusani e migranti, a ricordare le 368 vittime del naufragio del 3 ottobre del 2018 e le vittime di tutte le frontiere. La celebrazione, organizzata dagli operatori di Mediterranean Hope (MH), programma rifugiati e migranti della FCEI insieme ai parrocchiani, è stata animata dalle immagini di Francesco Piobbichi e dalla musica di Pierpaolo Berta e Elisa Biason.

Fra gli interventi, quello di Vito Fiorino, il primo giunto sul luogo della tragedia, il primo a soccorrere i sopravvissuti, che ha condiviso il racconto di quell’alba circondato da alcuni superstiti.

“Se hai fatto finta di non vedere, se hai imparato una filastrocca falsa che dice ‘aiutiamoli a casa loro, ci tolgono il lavoro, non possiamo tenerli tutti qui’. Se fai decreti sull’immigrazione pieni di rancore e odio che impediscono l’accoglienza, la tua vita è perduta e Dio sceglie loro” ha detto Maria Bonafede, membro del Consiglio FCEI e pastora valdese. Poco dopo, un giovane eritreo ha parlato della sua “seconda nascita” dopo il naufragio, chiedendo vie legali e la “liberazione dall’inferno della Libia” e ringraziando chi l’ha salvato dalle acque tirandolo a bordo dalla cintura dei pantaloni.

Don Luca Camilleri della diocesi di Agrigento ha letto parte del comunicato dell’ultima Conferenza episcopale siciliana, dello scorso 20 settembre, nella quale si fa riferimento all’iniziativa Welcomig Europe per un’Europa che accoglie per “decriminalizzare la solidarietà̀, creare passaggi sicuri per i rifugiati, proteggere le vittime di abusi e violazioni e garantire l’accesso alla giustizia”.

La delegazione FCEI presente sull’isola ha visitato il molo Favaloro dove operatori e volontari di MH accolgono i naufraghi recuperati in mare presentandosi come fratelli, a mani nude, con un tè, una coperta e un sorriso. Nel cimitero di Lampedusa il gruppo ha visitato le tombe senza nome e quelle i cui nomi e la cui identità̀ sono stati recuperati grazie al lavoro sulla memoria, mentre nel pomeriggio, dalla Porta d’Europa, ha salutato l’Astral, il veliero della ONG Proactiva Open Arms sostenuta dalla FCEI, che si trovava al largo delle coste lampedusane per portare il suo omaggio nella Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione.