Testamento biologico. Preoccupazione della chiesa valdese di Brescia

Ritardo nell’istituzione di una Banca dati nazionale delle dichiarazioni anticipate di trattamento, assenza di una seria e pubblica campagna di informazione per il cittadino e il tentativo di modifica della legge al centro delle preoccupazioni

Roma (NEV), 28 febbraio 2019 – In un comunicato firmato dalla pastora Anne Zell per il gruppo di lavoro dello Sportello del testamento biologico, la Chiesa valdese di Brescia, esprime la propria preoccupazione per il “prolungarsi del ritardo nell’istituzione di una Banca dati nazionale delle dichiarazioni anticipate di trattamento, prevista dalla legge 219/17 per il 30 giugno 2018, nonché all’assenza di una seria e pubblica campagna di informazione per il cittadino riguardo alla possibilità di redigere i biotestamenti. Infine denuncia il recente tentativo di modifica di tale legge in senso ostativo ad una facile usufruibilità dei diritti riconosciuti nella legge sul consenso informato e sul testamento biologico”.

La Chiesa valdese di Brescia dal 2013 si è impegnata a livello locale, attraverso uno Sportello aperto ai cittadini, nella raccolta dei cosiddetti biotestamenti e nella sensibilizzazione sui temi dei diritti del malato e del morente. Nel comunicato si denuncia anche “il recente tentativo di modifica di tale legge in senso ostativo ad una facile usufruibilità dei diritti riconosciuti nella legge sul consenso informato e sul testamento biologico”.

“Tali ritardi e difficoltà si inseriscono nella vita concreta delle persone, – conclude – condizionando il diritto alla scelta di cura, e rischiano di portare a condizioni lesive della dignità individuale nel momento di maggiore fragilità della persona” e si augura che “tutte e tutti i responsabili pongano prontamente in essere quanto necessario per un compiuto adempimento del dettato normativo e che non venga, invece, limitato o reso di difficile attuazione”.