Corridoi umanitari, quota 2.700 in Europa

Sono 91 i profughi siriani giunti fra ieri e oggi a Fiumicino grazie ai corridoi umanitari, progetto che vede insieme chiese protestanti e cattoliche. Con questo arrivo sale ancora il numero di rifugiati accolti in Europa. Festa per il premio Nansen che l’UNHCR ha assegnato quest’anno ai corridoi umanitari: stasera la cerimonia ufficiale

Roma (NEV), 25 settembre 2019 – “Salutando e dando il benvenuto a queste famiglie arrivate in sicurezza e dignità non possiamo non pensare a chi ancora sta soffrendo e per questo chiediamo che si aprano Corridoi umanitari europei, in particolare dalla Libia, per liberare migliaia di persone dall’inferno dei luoghi di detenzione. Su questo punto continueremo a insistere con il nuovo governo perché Italia sia capofila di questo progetto” ha dichiarato Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) questa mattina a Fiumicino durante la conferenza stampa per l’arrivo di un nuovo corridoio umanitario dal Libano.

Con l’arrivo all’aeroporto di Fiumicino di questi 91 profughi siriani dal Libano, sale a 2.700 il numero dei rifugiati arrivati in Europa grazie ai corridoi umanitari promossi da cattolici e protestanti, in accordo con i ministeri dell’Interno e degli Esteri.

Saranno accolti in varie città d’Italia: da Torino e provincia a Scicli (presso la Casa delle culture della Federazione delle chiese evangeliche), fino alla Toscana, a Bari, Genova, Reggio Calabria.  Tra loro, molte persone con trascorsi traumatici in Siria e problemi di salute. C’è la famiglia curdo-siriana, di Kobane, con due bambini di tre anni, che è riuscita a scappare da Kobane due giorni dopo l’attacco di Daesh; ci sono Mahmoud e la moglie, lui è imbianchino e lei sarta, che hanno 5 figli piccoli, e arrivano da Beirut dove vivevano in un contesto degradato, “difficile”, ma erano riusciti a rendere la loro casa un luogo dignitoso; c’è una donna che in Siria ha partorito in una chiesa dove si era rifugiata durante un bombardamento.

Alla conferenza stampa, tenutasi subito dopo le operazioni di identificazione e registrazione dei rifugiati, giunti in sicurezza e dignità questa mattina all’alba, e nella giornata di ieri, con un volo Alitalia da Beirut, hanno partecipato oltre a Luca Maria Negro,  Manuela Vinay, responsabile ufficio Otto per mille valdese per la Tavola valdese, Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, e la rappresentante del ministero dell’Interno, la viceprefetto Donatella Candura.

Anche Impagliazzo, ringraziando i ministeri degli Esteri e degli Interni, ha sottolineato l’esigenza di corridoi umanitari europei come strumento per un “futuro buono, legale e di integrazione”

Donatella Candura ha voluto ricordare che i corridoi umanitari sono un ponte fra istituzioni e società civile perché nascono da una collaborazione fruttuosa.

Manuela Vinay, Luca Maria Negro e Marco Impagliazzo

Nel corso della conferenza si è festeggiata l’assegnazione ai corridoi umanitari del “Premio Nansen per i rifugiati” dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR). Il Premio, istituito nel 1954 in memoria del premio Nobel Fridtjof Nansen, rappresenta un importante riconoscimento per questo progetto della società civile totalmente autofinanziato (dall’Otto per mille valdese alla raccolta fondi di Sant’Egidio); nato in Italia, è stato poi adottato anche da altri Paesi. Questa sera si terrà la cerimonia ufficiale di premiazione presso l’ambasciata di Norvegia, alla presenza di autorità, rappresentanti e protagonisti dei promotori dei corridoi umanitari.

Dal febbraio 2016, oltre 2.200 profughi sono già arrivati in Italia (più di 1.700 dal Libano, altri 500 dall’Etiopia), oltre ai circa 500 giunti in Francia, Belgio e Andorra.

“A nome delle chiese metodiste e valdesi vi dò il benvenuto – ha detto Manuela Vinay – Vi aspetta ancora un viaggio lungo. Incontrerete persone che vi accompagneranno nel vostro cammino e nel vostro futuro. Vi chiedo di essere generosi, raccontate le vostre storie e ascoltate le storie delle persone che incontrerete perché dall’incontro e dal confronto nasce l’integrazione”.

“Tre anni e mezzo di impegno della società civile dimostrano che è possibile non solo salvare chi rischia di cadere nelle mani dei trafficanti di uomini, ma anche avviare percorsi di integrazione – ha concluso il presidente Negro -. Il modello avviato da chiese protestanti e Sant’Egidio ha riscosso un grande consenso tanto che anche le chiese evangeliche tedesche lo hanno preso ad esempio e stanno iniziando a praticarlo”.

Qui la Scheda Corridoi Umanitari – settembre 2019 aggiornata, con tutte le informazioni sul progetto.