Il Consiglio ecumenico delle chiese condanna la violenza in Siria

Decine di migliaia di civili stanno fuggendo dalle prime ondate dell'attacco turco e centinaia di migliaia di persone sono in pericolo

Roma (NEV), 14 ottobre 2019 – Mentre la Turchia prosegue le sue operazioni militari nel nord-est della Siria, il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) è gravemente preoccupato per l’impatto umanitario sulla popolazione della regione. Decine di migliaia di civili stanno fuggendo dalle prime ondate dell’attacco turco e centinaia di migliaia di persone sono in pericolo.

“Il popolo siriano è già stato sottoposto a troppi conflitti e troppi spargimenti di sangue, distruzione e sfollamenti”, ha dichiarato il segretario generale del CEC pastore Olav Fykse Tveit. “Le chiese del mondo chiedono la fine della sofferenza della gente. È tempo di pace, di tregua, di dialogo e di giustizia per le vittime delle atrocità perpetrate in questi catastrofici anni di violenza”.

Oltre a quelli sfollati dai combattimenti, si prevede che ben 2 milioni di persone soffriranno a causa dell’impatto dell’operazione militare su infrastrutture, strutture e servizi di base.

L’area sotto attacco, governata da “Self Administration of Northeast Syria” (SANES), comprende popolazioni di cristiani, yazidi, curdi, arabi e altri gruppi vulnerabili che hanno sofferto gravemente durante gli anni della guerra. Molti sono già stati sfollati più volte mentre fuggivano da altre parti della Siria verso il nord-est, che era rimasto relativamente sicuro e stabile. Ma ora anche questo rifugio viene trasformato in un campo di battaglia dall’operazione turca.

Inoltre, questa incursione avrà conseguenze fortemente negative sul processo politico guidato dalle Nazioni Unite e sulla ripresa recentemente concordata del dialogo nazionale in Siria attraverso il Comitato costituzionale.

Il CEC ha lavorato negli anni del conflitto siriano per promuovere e facilitare il dialogo e la reciproca solidarietà tra i rappresentanti di diversi settori della società siriana e per promuovere la pace, la giustizia e la parità di diritti per tutti i siriani.