Cile. Chiesa Evangelica Presbiteriana elegge la prima donna come Moderatrice

Nel Sinodo della scorsa settimana grande attenzione è stata dedicata alla situazione del paese

Roma (NEV), 23 gennaio 2020 – “Come Sinodo della Chiesa Evangelica Presbiteriana in Cile (IEPCH), in questo nuovo tempo che vogliamo vivere e sognare, ci uniamo, come parte del corpo di Cristo, alla ricerca di una nuova società, al compito e alla sfida che significa contribuire ad apportare cambiamenti profondi nel nostro Paese”. Così si conclude la lettera pastorale che è stata resa nota dopo la conclusione del Sinodo della Chiesa Evangelica Presbiteriana in Cile, lo scorsa settimana.

Nella lettera pastorale indirizzata alle chiese la IEPCH analizza la situazione socio-politica del Paese, si impegna a partecipare attivamente ai processi in corso e annuncia l’elezione per la prima volta di una donna come moderatrice, la pastora Jacqueline Troncoso.

Negli ultimi mesi il Cile è stato attraversato da grandi proteste e un duro scontro sociale che ha messo in discussione l’intero assetto della società cilena.

“Come Paese affrontiamo sfide che sono state rimandate per anni e uno sviluppo non armonioso secondo ciò che noi cristiani crediamo e sogniamo alla luce delle Scritture. Ciò si riflette nella scarsa qualità della vita e nelle cattive condizioni di vita di ampi settori della popolazione, soprattutto anziani e pensionati, nonché nelle difficoltà dei nostri giovani ad accedere a migliori condizioni di vita, salute, istruzione e stabilità del lavoro” si legge nella lettera.

La chiesa deplora e condanna gli atti di violenza degli ultimi mesi, così come le azioni di alcuni organi dello Stato di fronte alle manifestazioni sociali: “La distruzione e la violenza non sono le strade che ci portano ad un nuovo paese, quindi la solidarietà e il rispetto devono prevalere in ogni momento e in ogni luogo”.

Per affrontare questo momento forte nella storia del paese la IEPCH ha scelto come guida una donna: “abbiamo scelto, per la prima volta nella nostra storia, una donna come moderatrice. Questo ci rende felici e ci impegna alla parità di genere, al rispetto e al riconoscimento del ministero pastorale delle donne. Ancora di più quando, su cinque membri del comitato esecutivo, tre di loro sono donne, due pastore e una sorella laica”.

Le lettera pastorale fa anche riferimento alla discussione assai presente in Cile in questi ultimi mesi e relativa alla stesura di una nuova Carta costituzionale: “allo stesso modo, vogliamo partecipare, sostenere, elaborare e approvare una nuova Costituzione politica in cui si esprimano gli alti valori e i principi delle società moderne e democratiche e che garantisca i doveri e i diritti di coloro che vivono e amano questo Paese. Vediamo questo compito anche come spazio per rendere presente il sale della terra e la luce del mondo che non è altro che l’annuncio del Vangelo nel nostro Paese”.