A Bolzano un gruppo di donne offre “Rifugio –  Schutzhütte” ai migranti

Un’associazione di tutte donne, della quale fa parte anche la Comunità Evangelica Luterana di Bolzano, offre accoglienza ai migranti

Roma (NEV), 6 maggio 2020 – Caroline von Hohenbühel, ex tesoriera della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI) vive in Alto Adige e, fin dalle prime massicce ondate migratorie, ha fatto parte dell’associazione di volontariato Rifugio – Schutzhütte di cui fa parte anche la Comunità Evangelica Luterana di Bolzano.

Oggi Rifugio – Schutzhütte è composta solo da poche irriducibili, tutte donne. 

Negli ultimi anni l’associazione si è presa cura di coloro che, per un motivo o per l’altro, sfuggivano alla rete dell’assistenza pubblica impegnandosi su due piani: da una parte toglievano le persone dalla strada offrendo un rifugio, dall’altra lavoravano per riuscire a inserirle nei centri di accoglienza gestiti dalle autorità pubbliche o dalla Caritas. In particolare, hanno fornito aiuto alle categorie più vulnerabili: donne sole, donne con figli e famiglie. Un’assistenza a tutto campo, che va dalle pratiche burocratiche per le richieste di asilo ai permessi di soggiorno. 

Per due anni l’associazione ha potuto servirsi di un edificio vuoto nel centro di Bolzano, di proprietà dell’imprenditore bolzanino Georg Oberrauch. Diverse camere con più letti, la possibilità di prepararsi un tè o qualche bevanda calda, una sala comunitaria e una lavanderia. Anche la chiesa e la sala parrocchiale della Comunità Evangelica Luterana di Bolzano hanno da sempre accolto migranti. Una famiglia siriana ha vissuto per un anno e mezzo nelle due stanze della sagrestia della chiesa. Il pastore Michael Jäger ha condiviso il suo bagno personale con la famiglia.

Circa un anno fa racconta  von Hohenbühel “la necessità di avere così tante stanze era venuta meno anche perché la pubblica amministrazione, incalzata dal nostro esempio, finalmente si era mossa mettendo a disposizione almeno un certo numero di nuovi locali destinati soprattutto all’accoglienza di queste categorie di persone particolarmente vulnerabili”. 

Ma con il coronavirus la casa dell’imprenditore Oberrauch nel centro di Bolzano si è di nuovo riempita.

Attualmente risultano alloggiate una cinquantina di persone. Nella chiesa e nei locali della comunità CELI di Bolzano sono state inoltre accolte otto persone, mentre in un vecchio casale vivono insieme donne e famiglie di rifugiati, ma anche dei senzatetto locali.

Dal 15 marzo, spiega Caroline von Hohenbühel, non è stato possibile accogliere nuovi ospiti a causa della pandemia di Covid-19. Le persone che vivono in queste strutture sono soggette alle norme vigenti di distanziamento sociale. Sono autorizzate ad uscire nel giardino per due ore al giorno e sono incoraggiate a lasciare l’edificio il meno possibile. “Certo, all’interno degli edifici è difficile mantenere la distanza necessaria”, dice Caroline: “le persone sono alloggiate in stanze da tre, quattro o anche cinque persone. Chiediamo loro di mangiare nelle loro stanze e quindi rimangono in gran parte confinate nel loro piccolo gruppo di appartenenza.”

“Siamo un gruppo di referenti formato da tre persone e insieme ci occupiamo degli ospiti e delle loro necessità – prosegue Caroline che aggiunge -. Siamo fortunati, perché in Alto Adige sono in tanti a volersi impegnare, e infatti sono più di cento i volontari che si sono registrati per il servizio notturno che comunque dobbiamo garantire. Al momento procediamo quasi a costo zero. Il Vinzenzverein paga il cibo, una volta al giorno arriva il “‘Vinzi-Bus’ per portare un pasto caldo e pane per la sera e per la colazione del giorno dopo. Tutto il necessario per la cucina è coperto da donazioni”.

Il progetto Rifugio – Schutzhütte è sostenuto dalla Chiesa Evangelica Luterana in Italia e dalla Chiesa Evangelica della Germania. 

Fonte: chiesaluterana.it