Migranti, chiese Usa a Biden: “Estendere l’accoglienza”

37 comunità di fede firmano una dichiarazione ecumenica e chiedono all'amministrazione Biden di "espandere l'accoglienza" di migranti e rifugiati negli Stati Uniti.

Confine Usa-Messico vicino a Campo, California. Foto di Greg Bulla (unsplash.com)

Roma (NEV), 26 marzo 2021 – Per l’accoglienza dei migranti negli Usa “bisogna fare di più”. Lo sostengono 37 chiese statunitensi che hanno firmato una dichiarazione ecumenica dal titolo “Espandere l’accoglienza”. Ne dà notizia il sito della United Church of Christ, la Chiesa unita di Cristo, con un articolo a firma di Connie Larkman, pubblicato il 25 marzo. 
Le chiese chiedono “compassione e accoglienza per tutte le persone indipendentemente da dove vengono, come pregano o che lingua parlano”. I dirigenti del Consiglio nazionale delle chiese, del Servizio mondiale della Chiesa e numerose comunioni aderenti a queste organizzazioni hanno firmato la dichiarazione, incluso il pastore John Dorhauer, ministro generale e presidente della United Church of Christ.

Sei i punti del documento ecumenico. Il primo: chiedere un incontro con il presidente Biden e i funzionari governativi “per sollecitare i leader di governo a rivedere immediatamente l’obiettivo di ammissione dei rifugiati per l’anno 2021, adempiere un impegno annuale minimo per 125.000 ammissioni di rifugiati nell’anno 2022 e investire nella ricostruzione delle infrastrutture nazionali e straniere che aiutano le comunità ad assistere i rifugiati negli Stati Uniti e all’estero”.

L’appello è rivolto a tutti i membri del Congresso, ad “approvare riforme sull’immigrazione inclusiva che respingano la criminalizzazione degli immigrati”, affinché “creino un percorso verso la cittadinanza per tutte le persone prive di documenti e supportino alternative alla detenzione basate sulla comunità”.

Le chiese Usa mandano un messaggio chiaro al nuovo presidente, che ha emesso ordini esecutivi per iniziare a invertire le politiche di immigrazione e asilo del suo predecessore e ha promesso di ripristinare il programma di ammissione dei rifugiati, con l’impegno di aumentare l’obiettivo a 125.000 persone nel 2022. Ma Biden deve ancora firmare quella determinazione presidenziale (un tipo di direttiva dalla Casa Bianca che stabilisce una norma posizione del ramo esecutivo del governo federale degli Stati Uniti, ndr) e inviarla al Congresso.

“L’aumento dei protocolli di reinsediamento è un inizio”, ha detto la pastora Karen Georgia Thompson, ministra generale associato dell’UCC, “Tuttavia, c’è ancora molto da fare, come richiesto dalla comunità ecumenica”.

Oltre all’aumento del numero dei rifugiati, le chiese chiedono di “ricostruire il sistema per raggiungere l’obiettivo di ammissione”. Inoltre, “Non solo porre fine ai protocolli di protezione dei migranti. Aprire ed espandere il processo per ascoltare i vari casi. Porre fine al divieto di immigrazione familiare. Ripristinare completamente le politiche di asilo degli Stati Uniti”.

Intanto, come spiega Riforma in quest’articolo, l’inversione di marcia della nuova amministrazione Biden-Harris sul fronte delle politiche migratorie è stata accolta con speranza dal Movimento delle chiese santuario, che in questi anni ha contrastato la politica migratoria dell’ex presidente Donald Trump caratterizzata dal pugno duro verso rifugiati e richiedenti asilo. Peter Pedemonti, co-direttore del New Sanctuary Movement di Filadelfia, ha dichiarato che, nonostante i promettenti provvedimenti assunti dal presidente Joe Biden sul tema dell’immigrazione nei primi giorni della sua presidenza, restano motivi di preoccupazione.

Nel frattempo l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha risposto a Joe Biden, rimandando al mittente le accuse rivoltegli sul trattamento dei minori migranti al confine e sulla gestione dell’immigrazione, pronunciate dal democratico nella prima conferenza stampa del suo mandato. La verità, secondo l’ex inquilino della Casa Bianca, “é l’opposto. Alla fine di ciò che stavamo facendo” al confine, “poche persone arrivavano perché sapevano che non sarebbero passate”, ha detto Trump, intervistato da Fox News. “Se i ragazzini erano con i genitori, ma molte volte non lo erano, e ci prendevamo cura di loro, ma…Ciò che stanno facendo ora è vergognoso. E dovrebbero completare il muro”.