La denuncia di Winkler: “Covid, morte e stupri fra India, Myanmar e Congo”

Le denunce e le speranze di Jim Winkler, presidente del Consiglio nazionale delle chiese USA: “Non abbiamo altra scelta che continuare il lungo e duro cammino verso la libertà”

Il presidente e segretario generale del Consiglio nazionale delle chiese cristiane degli USA (NCCCUSA), pastore Jim Winkler

Roma (NEV), 10 maggio 2021 – Nel suo editoriale della settimana, Jim Winkler, presidente del Consiglio nazionale delle chiese di Cristo negli USA (NCCCUSA), parla di notizie raccapriccianti.

“I dirigenti della Chiesa in India, Myanmar e Repubblica Democratica del Congo hanno chiesto non solo le nostre preghiere, ma anche il nostro tempo e la nostra attenzione” scrive il pastore Winkler.

In India, la rapida diffusione di covid-19 ha fatto registrare un’impennata di morti, carenza di letti e ossigeno negli ospedali, vaccini insufficienti. È stata proclamata una giornata internazionale di preghiera per l’India. Intanto, nel Myanmar, la dittatura militare continua a soffocare il dissenso e lo spirito democratico, come riferiscono gli stessi leader ecclesiastici, che si trovano, dice Winkler, “sotto enorme stress”.

“Nel frattempo, i leader della chiesa congolese mi hanno contattato a causa della crisi nella parte orientale del paese. E perchè si sentono completamente abbandonati dalla comunità internazionale – prosegue –. Si stima che 10 milioni di persone siano state uccise. Mi hanno riferito di donne incinte massacrate. Bambini decapitati. Stupri di massa. I leader della chiesa congolese stanno facendo il possibile per difendere i diritti umani, ma chiedono assistenza alle chiese negli Stati Uniti”.

Questa settimana, inoltre, la comunità religiosa sta sostenendo le organizzazioni della società civile e gli attivisti per i diritti umani in El Salvador. Qui sono stati licenziati il procuratore generale e cinque giudici della Corte Suprema per una lotta di potere. Anche la Colombia è oggetto di attenzione. Continua una brutale repressione della protesta contro la violenza della polizia e contro le violazioni dei diritti umani.

Il “lungo e duro cammino verso la libertà”

Winkler riflette a partire da un suo stato d’animo. “Ci sono settimane in cui ringrazio Dio per l’opportunità come presidente e segretario generale del Consiglio nazionale delle chiese. Per gli incredibili ministeri in cui siamo coinvolti. Anche quando mi sento esausto e sopraffatto. Sono grato di far parte di una rete mondiale di sorelle e fratelli impegnati per l’unità dei cristiani e la solidarietà interreligiosa.

Poi – ammette il pastore Winkler – ci sono settimane piene di enormi sfide e stress. Quando chiedo a Dio la forza di andare avanti. Questa è una di quelle settimane. Le sfide e le preoccupazioni per la situazione interna e per i paesi più poveri pesano moltissimo”.

In India, in Myanmar, nella Repubblica Democratica del Congo, a El Salvador e in Colombia, sostiene Winkler, “l’eredità di colonialismo, razzismo, schiavitù e sfruttamento da parte degli europei e degli Stati Uniti ha esacerbato la situazione. Il cattivo governo, le forze armate spietate, una risposta inadeguata e diseguale alla pandemia, avidità e uccisioni senza sosta dei difensori dei diritti umani sono piaghe in gran parte del mondo. In mezzo a notizie allarmanti e crisi infinite, non abbiamo altra scelta che continuare il lungo e duro cammino verso la libertà. Che Dio sia con noi.” conclude il presidente delle chiese di Cristo americane.