Africa, ma non solo. Come affrontare il colonialismo digitale

Cosa fare se i giganti della tecnologia cercano di accedere ai dati e monetizzarli, in paesi dove la normativa sulla privacy è debole

Immagine Edward Linley Sambourne (1844–1910)/Wikimedia Commons

Roma (NEV), 11 febbraio 2022 – L’Associazione mondiale per la comunicazione cristiana (WACC) propone un approfondimento sul colonialismo digitale. Pensare ai dati come il “nuovo petrolio”, secondo la WACC, è un luogo comune.

“Durante un decennio di stagnazione economica in gran parte del mondo ricco, a seguito della crisi finanziaria del 2009, il settore della tecnologia e delle infrastrutture digitali è emerso come uno dei principali motori della crescita economica. Aziende come Google, Ali Baba e Amazon hanno generato profitti per miliardi di dollari, in parte grazie alla loro capacità di raccogliere, analizzare e monetizzare quantità estremamente elevate di dati” scrive la WACC.

Tuttavia, negli ultimi anni, in alcune aree sono stati introdotti meccanismi di regolamentazione. In Europa, ad esempio, il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GPDR) ha posto un limite alle aziende tecnologiche riguardo alla possibilità di accedere ai dati personali preziosi.

“Colonialismo digitale”, una moderna ‘corsa all’Africa’

“Queste protezioni non esistono in modo uniforme nei paesi africani ricchi di risorse e poveri di infrastrutture” afferma Danielle Coleman*.  Qui, la tecnologia occidentale cerca di stabilire la propria presenza. Queste condizioni, prosegue Coleman, “forniscono uno scenario ideale per il colonialismo digitale. Colonialismo che si riferisce a una moderna ‘corsa all’Africa’ ​​in cui le società tecnologiche su larga scala estraggono, analizzano e possiedono i dati degli utenti a scopo di lucro”. Queste operazioni influenzano i mercati e hanno conseguenze imprevedibili.

Le scarse leggi sulla protezione dei dati e il fatto che le infrastrutture siano nelle mani di società tecnologiche occidentali aprono le porte allo sfruttamento dei dati, ad esempio attraverso le analisi predittive. Coleman definisce il “colonialismo digitale” come “l’estrazione e il controllo decentralizzati dei dati dai cittadini” con o senza il loro esplicito consenso “attraverso le reti di comunicazione sviluppate e di proprietà di società tecnologiche occidentali”.

Trovare soluzioni per combattere i rischi

La WACC sottolinea i rischi del colonialismo di ieri e di oggi, caratterizzato dall’estrazione sistematica delle risorse africane. “La risposta a questa situazione non è semplice. Coleman sostiene che anche nei paesi con leggi sulla protezione dei dati simili al GDPR come il Kenya, che ha introdotto un Data Protection Bill (DPB), il colonialismo dei dati è vivo e vegeto. Questo perché la maggior parte delle grandi aziende tecnologiche ‘ha il tempo, i soldi e le risorse per ottenere i risultati desiderati, anche se violano direttamente le leggi. Ad esempio, Uber ha ostentato la propria volontà di operare in palese violazione delle leggi locali’”.

La società civile, secondo la WACC, può essere protagonista attivo e critico. Creare consapevolezza pubblica su questo problema può spingere le istituzioni a emanare e applicare leggi sulla protezione dei dati. Serve fornire un supporto tecnico e finanziario in Africa e in tutto il Sud del mondo affinché questo sia possibile. Serve implementare la libertà di informazione, ma anche la tutela della privacy.

Gli sforzi per spingere il cambiamento stanno cominciando a dare i loro frutti, sostiene la WACC: “Molti paesi hanno già approvato questo tipo di legislazione. Nel 2021 Ruanda, Zambia e Zimbabwe hanno emanato leggi sulla privacy dei dati. Sempre più paesi hanno urgentemente bisogno di approvare leggi sulla privacy dei dati per proteggere gli individui dalle predazioni delle Big Tech”.

Fonti:

Danielle Coleman, Digital Colonialism: The 21st Century Scramble for Africa through the Extraction and Control of User Data and the Limitations of Data Protection Laws, 24 Mich. J. Race & L. 417 (2019).
Available at: https://repository.law.umich.edu/mjrl/vol24/iss2/6

JD Supra. Recent developments in African data protection laws – Outlook for 2022

https://www.jdsupra.com/legalnews/recent-developments-in-african-data-7141556/