Libertà religiosa, a che punto è l’Italia?

Oggi pomeriggio, mercoledì 16 novembre 2022, alle 16 un incontro presso la sala della Fondazione Lelio e Lisli Basso in Via della Dogana Vecchia, a Roma. L'avvocata Ilaria Valenzi anticipa al NEV i contenuti del suo intervento.

Nathan Dumlao, unsplash

Roma (NEV), 16 novembre 2022 – “Dare una regolamentazione piena alle realtà e ai soggetti religiosi presenti in Italia, in modo che possano vivere al pari degli altri”, superando le discriminazioni e gli ostacoli.

Sarà questo uno dei nodi al centro del dibattito di oggi pomeriggio, dalle 16, a Roma, alla Fondazione Basso, alla Giornata di Coscienza e Libertà e in particolare all’incontro dal titolo “Libertà religiosa e di coscienza in Italia. Agenda per la nuova legislatura”.  

Ce ne parla Ilaria Valenzi, consulente legale della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), anticipando i contenuti del suo intervento all tavola rotonda odierna.

L’avvocata Valenzi si occuperà nel corso della sua relazione di illustrare in primis “in che situazione di fatto ci troviamo: un nuovo pluralismo religioso, nuove presenze ma anche presenze storiche che ancora non trovano una piena collocazione giuridica, o meglio la trovano ma questa collocazione spesso e volentieri non risponde alle esigenze di tutela di tutti i diritti di queste realtà. Per esempio, è questo il caso di alcune realtà evangeliche di seconda e terza generazione, non dunque del protestantesimo storico, come alcune delle chiese pentecostali che siedono anche nella CCERS, la Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (di cui Valenzi è responsabile dell’ufficio legale e in questo ruolo parteciperà all’iniziativa odierna, ndr). E non trovano una collocazione, perchè spesso il sistema li colloca ma questa collocazione non soddisfa le loro esigenze, e rischia di creare sorte di discriminazioni con altre figure di altre realtà religiose che hanno invece avuto la capacità di rispondere prima alle richieste che lo Stato ha sempre fatto nei loro confronti, si sono cioè conformate più facilmente. Ciò non avviene soprattutto per realtà religiose di più recente presenza in Italia, al di fuori del cristianesimo: l’Islam ad esempio ha uno statuto ancora non riconosciuto da parte dell’ordinamento giuridico italiano, si procede con una politica anche meritoria di accordi, convenzioni, con tavoli, anche di livello ministeriale, ma ciò non esaurisce il problema centrale che è dare una regolamentazione piena a dei soggetti religiosi che possano vivere pienamente la loro condizione al pari degli altri”.

Secondo Valenzi, “Queste “disfunzioni di sistema” rischiano in questo momento storico di acuirsi. Lo abbiamo visto durante il periodo della pandemia, durante le religioni così dette di minoranza, perché non c’era lo strumento per poterli regolamentare. Come ad esempio la questione delle sepolture rituali per i credenti di religione islamica o l’assistenza spirituale nelle carceri e negli ospedali. Temi e problemi che sono riemersi se possibile in maniera più forte durante la crisi pandemica e che hanno una componente giuridica ma anche esprimono una volontà politica: quella di non regolamentare o lasciare in una forma di limbo perenne una serie di realtà perché questo vuol dire non legittimarle”.

Uno dei rischi più concreti verso cui andiamo incontro, per Valenzi, è per tanto “che i diritti di libertà religiosa siano lo specchio di quello che succede in termini politici verso le minoranze, di ogni minoranza, in questo caso di quelle minoranze religiose. Una difesa dell’identità culturale di questo Paese, con argomenti populisti che conosciamo bene, che viene utilizzata in maniera molto forte verso ciò che viene fatto percepire come rischioso per il mantenimento di tale identità religiosa: i simboli, le radici culturali…”

Uno di questi simboli è il crocifisso ma non il solo: “parliamo sempre di crocifisso ed è giusto ma non percepiamo culturalmente l’importanza di alcuni simboli religiosi, in quanto religiosi anche per altre religioni. Non consideriamo ad esempio il velo, il kirpan per i credenti di religione sikh, come necessari. E si sfocia spesso in un terreno di scontro culturale”.

Infine, la questione della laicità, in particolare a scuola. L’ora di religione ma anche in generale “il riconoscimento delle scuole come luogo in cui è sperimentabile la condivisione, l’integrazione tra le persone, più che fra le culture. A scuola si sperimenta su un piano di uguaglianza la possibilità della diversità e che questo rischia di essere utilizzato come un grimaldello per studenti che provengono da culture, contesti e background migratori diversificati. Rischia di diventare un ennesimo terreno di scontro che, se fomentato dal punto di vista politico, può essere esplosivo”.

Qui il programma completo dell’evento.


Le Giornate di Coscienza e Libertà si svolgeranno mercoledì 16 novembre 2022 alle ore 16:00 presso la sala della Fondazione Lelio e Lisli Basso in Via della Dogana Vecchia n. 5 a Roma. Ingresso libero senza bisogno di prenotazione.

Saranno trasmesse anche sulla pagina Facebook di Coscienza e Libertà e sul sito www.hopemedia.it.


Per approfondire:

La FCEI apre lo Sportello Scuola Laicità Pluralismo