La serie tv dedicata alla prima avvocata italiana, Lidia Poët

Il 15 febbraio arriva su Netflix la serie dedicata alla prima donna ad essere iscritta all’Ordine professionale degli avvocati, nata a Traverse, borgata di Perrero in Val Germanasca nel 1855, in una famiglia valdese.

Roma (NEV), 23 gennaio 2023 – La legge di Lidia Poët, con come protagonista Matilda De Angelis, è in arrivo il 15 febbraio su Netflix.

La serie racconta la storia della valdese Lidia Poët, prima avvocata italiana iscritta all’Ordine professionale. Nata nel 1855 a Traverse di Perrero, in provincia di Torino, solo nel 1920, dopo una vita di battaglie, riuscì a ottenere l’iscrizione all’Albo.

Qui il trailer della serie:


Per approfondire:

qui è possibile riascoltare la puntata del ciclo “Vite che non sono la tua – Spiriti liberi”, realizzata dalla rivista e centro studi Confronti per Radio Rai Tre, a cura di Marzia Coronati, in cui si racconta proprio la storia della valdese Lidia Pöet.


Lidia Poët, di famiglia valdese, nasce a Traverse, borgata di Perrero in val Germanasca (TO) nel 1855. Si diploma come maestra nel 1878 e si iscrive, contro la volontà paterna, alla Facoltà di legge dell’Università di Torino. Si laurea nel 1881 con una tesi sulla condizione della donna nella società, con particolare attenzione alla questione del voto femminile. E’ la prima donna in Italia a laurearsi in giurisprudenza. Supera gli esami per diventare procuratore generale e chiede l’iscrizione all’albo degli avvocati. L’Ordine degli avvocati di Torino si spacca ma consente alla Poët l’iscrizione. Decisione impugnata dal procuratore del Re presso la corte di Appello, che adducendo motivi legali dovuti a mancanza di norme sull’esercizio della professione da parte del sesso femminile, blocca tutto. Il ricorso di Poët viene bocciato, lei esercita comunque la professione, in via più o meno informale, a Pinerolo con il fratello avvocato dedicandosi soprattutto alla difesa dei minori e non smettendo mai di combattere le battaglie per l’emancipazione femminile. Gli anni passano, scoppia la Grande Guerra, gli uomini lasciano vuote le case e scoperte le mansioni pubbliche. Per le donne questa tragica circostanza diventa l’occasione per affermare la propria centralità nella società e, nel 1919, la legge che apre alle donne le carriere professionali fotografa una realtà già in atto. Nel 1920 Lidia Poët, oramai sessantaquattrenne, diventa la prima avvocata d’Italia.