Roma (NEV), 21 marzo 2023 – Dal 15 marzo al 19 marzo scorsi, rappresentanti della Conferenza delle Chiese di tutta l’Africa (AACC), della Commissione delle Chiese per i Migranti in Europa (CCME), di istituzioni e chiese tedesche e del Consiglio ecumenico delle Chiese (WCC/CEC) si sono riuniti per quattro giorni ad Amburgo per scambiare esperienze e idee sulla migrazione e per discutere di “teologia della migrazione”. Ospitati dalla Missionsakademie, in diverse sessioni e workshop i circa 50 partecipanti hanno incontrato varie organizzazioni che lavorano con i migranti ad Amburgo.
“Il rapporto tra le chiese africane ed europee ha una lunga storia – spiegano i promotori dell’incontro -. Se in tempi recenti ci sentiamo fratelli e sorelle in Cristo, parte del mondo ecumenico, riconosciamo anche la schiavitù, il razzismo e il passato coloniale. Per il presente e il futuro, ci concentreremo sulla ricerca della stessa base dello stesso Vangelo: sono più le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono”.
“Il dibattito e le discussioni di questi giorni sono state caratterizzate da onestà e rispetto”, ha dichiarato Fiona Kendall, vice-moderatore della CCME, che ha rappresentato la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) al forum. “Le Chiese, in collegamento con la base e con i politici, sono in una posizione unica per essere sostenitori e agenti di cambiamento. Possiamo essere molto più efficaci se condividiamo le nostre conoscenze ed esperienze”.
“La migrazione è sempre stata parte dell’esperienza umana – si legge nel testo delle conclusioni della conferenza -, continuerà ad esserlo ed è parte integrante della storia biblica. Le Chiese e i governi, nell’ambito delle rispettive possibilità, hanno la responsabilità di assicurare che le persone migrino con dignità e che, quando i migranti raggiungono i Paesi ospitanti, siano accolti con compassione ed empatia. […] Il razzismo è un peccato. Tutti i comportamenti e le risposte razziste alla migrazione non dovrebbero mai essere tollerati. Ci opponiamo al reindirizzamento e al trasporto coatto dei richiedenti asilo, compresi quelli di origine africana, verso l’Africa, come ad esempio l’accordo tra Regno Unito e Ruanda. I migranti sono parte dell’umanità e la criminalizzazione della migrazione è contraria al Vangelo. Incoraggiamo le Chiese di tutto il mondo a opporsi alle politiche che vanno in questa direzione. Il nostro compito è scoraggiare la migrazione irregolare e combattere il traffico di esseri umani, pratiche che impediscono a molte persone di sperimentare l’amore e la bontà di Dio. Dobbiamo concentrarci maggiormente sull’affrontare i fattori che spingono le persone a migrare anche in modi che mettono a rischio la loro vita. Questi includono la povertà, i conflitti e le guerre, la crisi climatica e tutte le sue conseguenze e l’inaccessibilità dei percorsi legali. I retaggi della schiavitù degli africani, del colonialismo e delle missioni coloniali hanno implicazioni significative per i migranti africani che si spostano in cerca di migliori opportunità o che fuggono dal pericolo in Europa. Noi, rappresentanti delle Chiese in Africa e in Europa, dobbiamo lavorare insieme e promuovere la decolonizzazione del sistema economico, della teologia e dell’educazione e la fine del neocolonialismo. Le Chiese africane e le comunità migratorie della diaspora devono affrontare il razzismo, la discriminazione intra-africana e le divisioni. Le Chiese devono chiedere ai loro governi di rispettare la tutela dei diritti umani quando affrontano le questioni legate alla migrazione”.