Libertà religiosa. Garrone: “Serve un nuovo orizzonte culturale”

Daniele Garrone, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) firma un editoriale che conclude il nostro “speciale libertà religiosa”

"The World of Banksy", Torino - foto E.R./NEV

Roma (NEV), 3 aprile 2023 – Il nostro “speciale libertà religiosa” si chiude con questo editoriale di Daniele Garrone, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).

La situazione è chiara. L’Italia è sempre di più “plurale” dal punto di vista religioso, e non solo a causa delle immigrazioni. La stessa confessione cristiana maggioritaria, quella cattolico-romana, non ha più la rilevanza sociale che ancora soltanto pochi decenni aveva importanti ricadute anche sulla politica. Di fronte a questa realtà, che appare evidente ad esempio nelle classi della scuola dell’obbligo, ci sembrano essere evidenti carenze, sia sul piano legislativo sia su quello culturale. Il diritto alla libertà religiosa, sancito nella Carta costituzionale, appare per così dire graduato: un regime privilegiato per la chiesa cattolica; riconoscimento e tutele per le confessioni che hanno già avuto accesso alle Intese previste dall’art. 8 della Carta; poi tutti gli altri, ancora sottoposti a norme risalenti alla legislazione fascista sui “culti ammessi”. Varie richieste di accedere a una Intesa da parte di alcune confessioni, in qualche caso numerose, come musulmani o ortodossi rumeni, rimangono ancora in sospeso.

Da qui l’urgenza di una nuova legge organica in materia di libertà religiosa e di coscienza, coerente con le nuove e sempre più evidenti dinamiche religiose che registriamo anche in Italia.

Il problema è che il tema della libertà e del pluralismo religioso trova poca udienza. Non attira l’attenzione dei parlamentari perché in fondo la maggioranza di loro pensa che si tratti di un tema “di nicchia”, che riguarda soltanto poche e sparute minoranze. Non è così per due ragioni: da un lato, si tratta complessivamente di milioni di cittadini (basta pensare ai musulmani, e agli ortodossi, per consistenza la seconda religione e la seconda confessione cristiana in Italia). D’altra parte, e soprattutto, si tratta della qualità della nostra democrazia e della piena attuazione della sua Carta costituzionale e la condizione delle minoranze è indice del riconoscimento delle libertà e dei diritti, uguali per tutti i cittadini. Affrontare questi problemi richiede sensibilità per le forme, che nel diritto sono sostanza; la convinzione che le libertà e i diritti non possono essere variamente declinati o graduati; una apertura culturale che vinca la pigrizia intellettuale e superi i confini della propaganda.

La scarsa sensibilità per il pluralismo religioso e per l’urgenza di affrontarlo sembra essere trasversale agli schieramenti partitici, e questo è tanto più grave in quanto si tratta di questioni “liberali” nel senso più alto del termine.

Non resta dunque che insistere nel porre il problema e, soprattutto, puntare sulla cultura e la sensibilizzazione e la FCEI e la CCERS* ravvisano in questo un loro compito. Non siamo soli: il convegno “Pluralismo religioso, integralismi, democrazie” organizzato dalla Fondazione Basso e dal mensile Confronti (Roma, 17-18 febbraio 2023) è stato un’importante occasione di riflessione e sensibilizzazione su vari piani: riflessione giuridica, orizzonte culturale, interlocuzione con la politica.


Gli altri articoli dello speciale:

Paolo Naso: “La libertà religiosa non è un tema di parte. È il cuore della democrazia”

L’Agenzia NEV inaugura un ciclo di interviste per riprendere i temi del convegno “Pluralismo religioso, integralismi, democrazie”, recentemente tenutosi a Roma. Iniziamo questo “Speciale libertà religiosa” insieme a Paolo Naso, coordinatore della Commissione Studi Dialogo Integrazione della FCEI, consulente per i rapporti istituzionali del programma rifugiati e migranti FCEI/Mediterranean Hope, nonché docente presso l’Università Sapienza e membro del Comitato scientifico del Centro Studi Confronti.

Valenzi. La necessità di una legge quadro sulla libertà religiosa

Seconda puntata dello speciale del NEV per riprendere i temi del convegno “Pluralismo religioso, integralismi, democrazie”, recentemente tenutosi a Roma. Intervista di Gian Mario Gillio alla consulente legale della FCEI, Ilaria Valenzi.

Pentecostali, Napolitano: “Sviluppare una religione della libertà”

Terza puntata dello speciale NEV. Intervista al presidente della Federazione delle chiese pentecostali (FCP), pastore Carmine Napolitano.

La fiducia in una “stagione dei diritti civili”. Intervista a Fausto Tortora

Quarta puntata. Intervista al vice presidente della Fondazione Lelio e Lisli Basso, Fausto Tortora.


*Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS)

Dal 1985 la FCEI ha promosso la costituzione di una Commissione delle chiese evangeliche per i rapporti con lo Stato (CCERS). Presieduta per Statuto dal presidente della FCEI, la CCERS si mantiene indipendente dalla Federazione, e raduna una quindicina di realtà dell’evangelismo italiano. Sin dalle sue origini la CCERS si è strutturata come sede di confronto tra le varie voci dell’evangelismo italiano su temi di comune interesse connessi ai rapporti con lo Stato e alla legislazione Stato-chiese raccogliendo esperti e rappresentanti delle diverse chiese per elaborare strategie comuni e proposte di interventi legislativi. Oltre alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia e tutte le sue chiese membro, fanno parte della CCERS le Assemblee di Dio in Italia, l’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste del settimo giorno, la Federazione delle chiese pentecostali, l’Opera delle chiese dei fratelli, la Chiesa del Nazareno, la Chiesa apostolica in Italia, la Chiesa evangelica internazionale, Alleanza evangelica italiana, Comunità cristiana Fiumi di vita, Chiesa evangelica della Riconciliazione, Unione delle chiese bibliche cristiane, Conferenza evangelica nazionale.