Gli ultimi giorni a Lampedusa

La testimonianza delle operatrici e delle volontarie di Mediterranean Hope dall'isola siciliana, dove in questa settimana sono approdate centinaia di persone.

Roma (NEV), 15 novembre 2023 – Riportiamo di seguito la testimonianza delle operatrici e delle volontarie di Mediterranean Hope, programma migranti e rifugiati della FCEI, su quanto successo nell’ultima settimana a Lampedusa.

Giovedì 9 novembre:
Verso sera arriva un’imbarcazione partita da Sfax, in Tunisia. 43 persone a bordo, provenienti tutte del Benin, ci hanno detto di aver trascorso 4 giorni in mare. Una donna con due figli piccoli è arrivata al molo Favaloro in stato di shock, l’abbiamo accompagnata al poliambulatorio, per prenderci cura dei bambini mentre la madre veniva visitata dal personale medico. Abbiamo trascorso tutta la sera con loro, con altre persone della società civile di Lampedusa, abbiamo dato loro un cambio di vestiti, latte caldo e cibo. Con loro c’era anche un ragazzo minorenne con una contusione al piede, partito dalla Tunisia, dopo aver trascorso diverso tempo in Libia, ci ha detto.

Venerdì 10 novembre:
Una barca partita dalla Libia: durante il soccorso dell’imbarcazione, secondo quanto riferito al Molo Favaloro da alcune persone approdate, due persone, forse due fratelli, sarebbero cadute in mare.
M., un bambino di 45 giorni cade in acqua insieme alla mamma, S., 20 anni, dall’Eritrea, quando arriva è in ipotermia. Per fortuna si riprende in fretta, e ora sta bene.

Sabato 11 novembre:
una barca in ferro proveniente da Sfax, con persone di origine eritrea e sudanese, si sarebbe fermata a causa di un’avaria al motore, un uomo cade in mare, forse a causa di un’onda. Il ragazzo aveva deciso di spostarsi dalla Libia alla Tunisia per tentare la traversata e con lui era partito un suo “fratello di villaggio”. In Tunisia avevano incontrato altri due ragazzi eritrei e insieme avevano lavorato per guadagnare i soldi necessari alla traversata. Alla partenza il ragazzo eritreo aveva consegnato il suo telefono al fratello, in caso succedesse qualcosa, e lasciato la sua felpa a un altro dei suoi amici. In acque italiane il motore si sarebbe rotto, e la barca avrebbe iniziato ad affondare. Successivamente, nel trasbordo, il barchino si è rovesciato e tutti sono caduti in acqua. I sopravvissuti sono arrivati in porto a Lampedusa con la Guardia di Finanza. Insieme a loro la salma della persona annegata, un ragazzo eritreo.

Martedì 14 novembre:
Arrivano moltissime persone al molo, sia da Tunisia che Libia: circa 20 barche con oltre mille persone.
Tra loro una barca con a bordo molte persone dalla Nigeria, in particolare due sorelle molto giovani, entrambe sulla ventina. Una delle due ci racconta che qualche giorno fa ha provato a partire per la prima volta ma la barca si è rovesciata poco lontano dalla Tunisia. Ci dice di aver perso suo figlio di 3 anni nel naufragio.

Mercoledì 15 novembre:
In hotspot ci sarebbero circa 1400 persone, nonostante un trasferimento di oltre 200 persone questa mattina, dall’isola verso la terraferma.