Roma (NEV), 7 aprile 2024 – Ponticelli, quartiere periferia est di Napoli, uno dei quartieri più giovani e popolosi del capoluogo campano. Qui sorge il centro sociale “Casa mia”, intitolato a Emilio Nitti, inizialmente noto come ‘villaggio Galeazzo Caracciolo’, nato grazie all’impegno della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) e agli aiuti provenienti dalle Chiese evangeliche europee, nella fase del post-terremoto del 1980.
“Il nostro primo impegno è il supporto all’istruzione – Salvatore Cortini, direttore dell’opera diaconale metodista “Casa mia E. Nitti” – per creare delle opportunità per le famiglie di questo territorio, che ci affidano i loro figli. Famiglie numerose, molto giovani, che spesso non sono in grado di seguire i loro figli nel percorso scolastico”.
Un luogo di aggregazione e ritrovo “per i ragazzi di questi rioni costruiti senza identità, giovani che vivono in un quartiere dormitorio senza attività produttive, per loro il centro è un’opportunità”. La struttura, che attualmente ospita ogni pomeriggio una cinquantina di bambini e bambine, e dove lavorano otto operatori, viene finanziata attraverso fondi dell’Otto per mille valdese, della Fondazione Betania e il contributo delle famiglie locali. “Il nostro fondatore credeva molto nella responsabilità e nella partecipazione delle persone – spiega il direttore – per questo chiediamo un contributo di un euro al giorno alle famiglie”.
Molte associazioni e ONG sono presenti e attive in questo territorio difficile, “arrivano anche molti fondi ma serve continuità, è questo che fa la differenza”, aggiunge Cortini. Oltre all’attività di dopo scuola, tutti i giorni è presente una psicologa, un servizio gratuito che viene offerto alla cittadinanza.
Il centro di Ponticelli è anche un presidio di legalità: “Alla base del nostro lavoro c’è il rispetto delle istituzioni e del bene comune”. In rete e insieme ad altre realtà, il centro collabora per costruire una cultura che contrasti la criminalità: “è un lavoro difficile, perchè c’è un immaginario molto diffuso, una retorica che occhieggia alla camorra. Ma questo non è un set”.
A meno di tre chilometri, sorge un altro presidio, l’Ospedale Evangelico Betania.
Inaugurato nell’ottobre 1968, su iniziativa di Teofilo Santi, è un ospedale aperto a tutti, con una forte vocazione pubblica. Dal 1998 è inserito nel piano regionale, oggi conta 160 posti letto e 480 dipendenti, fornisce oltre 40mila prestazioni di pronto l’anno e accoglie circa 2mila nascite all’anno. Si trova tra l’altro a pochi minuti dall’Ospedale del mare. Comprende un centro nascite di terzo livello, una terapia intensiva neonatale e altri reparti di eccellenza. Recentemente sono stati anche avviati due progetti per donne detenute e donne vittime di violenza.
In queste settimane, i referenti della struttura si stanno occupando della sottoscrizione di un nuovo accordo con la Regione Campania, per un adeguamento della remunerazione dei servizi forniti.
Infine, ultimo tra le iniziative umanitarie presentate ieri al convegno di Ponticelli, il community center della Diaconia valdese a Napoli, che promuove attività di orientamento al lavoro, ai servizi e alcuni progetti contro la tratta e violenza di genere.