Appello per una pace giusta e solidarietà per l’Ucraina

Foto Jonas Jørgensen / KEK

Roma (NEV), 15 aprile 2024 – Pubblichiamo il comunicato congiunto della Conferenza delle chiese europee (KEK), una cui delegazione è stata in visita a Kiev, e del Consiglio delle chiese dell’Ucraina.


Come rappresentanti della Conferenza delle Chiese europee (KEK), insieme al Consiglio ucraino delle Chiese e delle Organizzazioni religiose (UCCRO), siamo uniti nel condannare l’aggressione perpetrata dalla Federazione russa contro l’Ucraina, che infuria dal 2022. L’invasione non provocata del territorio ucraino ha inflitto sofferenze incommensurabili a migliaia di civili innocenti, destabilizzando la regione e violando i principi fondamentali del diritto internazionale e della dignità umana.

Inoltre, siamo profondamente turbati dalla complicità della Chiesa ortodossa russa nel legittimare questo ingiusto conflitto. In seguito all’invasione, la KEK ha apertamente sollecitato il Patriarca Kirill a levare la sua voce contro la guerra in Ucraina, senza tuttavia ottenere alcuna risposta. Condanniamo anche i documenti recentemente pubblicati dal Consiglio mondiale del popolo russo, che giustificano l’aggressione contro l’Ucraina. Come seguaci di Cristo, è profondamente angosciante vedere una Chiesa avallare atti di aggressione e violenza che contraddicono direttamente gli insegnamenti di pace insiti nella fede cristiana.

Esprimiamo inoltre la nostra incrollabile solidarietà alle Chiese, così come alle organizzazioni ecumeniche e umanitarie internazionali, per i loro costanti sforzi nel fornire aiuti umanitari e sostegno per alleviare le sofferenze di coloro che sono stati colpiti dal conflitto, indipendentemente dalle difficoltà.

È nostro dovere, come persone di fede, sostenere i principi della compassione. Per questo motivo, chiediamo di continuare a fornire assistenza umanitaria alla popolazione ucraina, che ha estremo bisogno di cibo, alloggio, cure mediche e sostegno psicologico e spirituale per ricostruire le proprie vite.

Inoltre, sottolineiamo l’importanza del dialogo e della riconciliazione tra gli attori religiosi e politici come prerequisiti indispensabili per raggiungere una pace duratura nella regione.

In mezzo alla cacofonia degli eventi globali, è innegabile che l’Ucraina e il suo popolo stiano gradualmente scomparendo dalla ribalta della coscienza internazionale. Mentre l’attenzione del mondo viene distolta, è imperativo riconoscere che l’Ucraina ha ancora un estremo bisogno di sostegno e solidarietà. Per questo motivo, dobbiamo impegnarci a puntare i riflettori sulla situazione dell’Ucraina, a sostenere la giustizia e la pace e a garantire che il popolo ucraino non venga dimenticato.

In conclusione, esortiamo gli attori politici, i capi di Stato, le Chiese e le comunità religiose a unirsi a noi nel condannare l’aggressione russa all’Ucraina, nell’esprimere solidarietà alle Chiese e al popolo ucraino e nel lavorare instancabilmente per una pace giusta e duratura nella regione.

Possa il Signore concederci saggezza, coraggio e compassione mentre ci sforziamo di essere strumenti della sua pace in un mondo lacerato dalla violenza e dall’ingiustizia”.


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«Il Consiglio ecumenico delle chiese non può accettare le parole del patriarca Kirill sulla “Guerra Santa” in Ucraina”» – L’Eco delle Valli Valdesi (riforma.it)