La giuria del festival internazionale, presieduta dall’attrice e regista americana Greta Gerwig, ha assegnato la Palma d’Oro ad “Anora” di Sean Baker (USA 2024) e la Palma d’Argento a “All We Imagine As Light” di Payal Kapadia (Francia, India, Paesi Bassi, Lussemburgo 2024; Grand Prix della Giuria) e “Emilia Pérez” di Jacques Audiard (Francia 2024; Prix du Jury). “The Seed of the Sacred Fig” di Rasoulof è stato premiato con il Prix Spécial della Giuria.
Quest’anno, la Giuria ecumenica ha festeggiato il suo 50° anniversario a Cannes. In questa occasione, a nome di INTERFILM e SIGNIS, gli organizzatori della giuria, ha assegnato un premio speciale alla carriera a Wim Wenders, che ha già ricevuto tre premi ecumenici per i suoi film a Cannes: premi da giurie ecumeniche per “Paris, Texas” (1984) e “Perfect Days” (2023) e un encomio per “The Salt of Earth” (2014).
In occasione dell’anniversario della giuria, Jean-Luc Gadreau, delegato designato di INTERFILM a Cannes e presidente di Interfilm France, ha realizzato un video con le dichiarazioni degli ex vincitori del Prix du Jury œcuménique (Wim Wenders, Atom Egoyan, Ken Loach, Hirokazu Kore-eda, Mohsen Makhmalbaf, Krzysztof Zanussi e Denys Arcand). È stato inoltre realizzato un libretto con i saluti di Julia Helmke (Presidente di INTERFILM), Helen Osman (Presidente di SIGNIS), David Lisnard (Sindaco di Cannes) e del Direttore del Festival Thierry Frémaux, nonché l’elenco di tutti i vincitori del premio.
Download: 50 anni della Giuria Ecumenica del Festival di Cannes
Link: Sito della Giuria ecumenica
77th Festival de Cannes | inter-film.org
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“Quando la religione è associata al potere politico e al patriarcato può distruggere le relazioni più intime e la dignità degli individui, come incarna questo dramma familiare iraniano. La giuria è rimasta colpita dal ricco simbolismo del film, dal suo finale generoso e pieno di speranza, dai suoi tocchi di umorismo e dalla sua tensione straziante. La sottigliezza e la sobrietà della sua scrittura, sia drammatica che filmica, ne fanno una metafora di qualsiasi teocrazia autoritaria”.