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Aquilante, Bianchi e Zervos: "Obiettivi e impegni della Carta ecumenica decisamente attuali"

Di
Agenzia NEV
-
11 Maggio 2011
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    Roma (NEV), 11 maggio 2011 – “Riteniamo gli obiettivi e gli impegni della Charta Oecumenica decisamente attuali e invitiamo i fedeli delle chiese che sono in Italia a farli propri di tutto cuore, tornando a meditare questo importante documento”. E’ quanto si legge in un messaggio reso pubblico oggi, in occasione del decimo anniversario del documento, e firmato da Massimo Aquilante, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI); Mansueto Bianchi, vescovo di Pistoia e presidente della Commissione per l’ecumenismo e il dialogo della CEI, e Gennadios Zervos, arcivescovo-metropolita ortodosso d’Italia e di Malta ed Esarca per l’Europa meridionale.Era il 22 aprile 2001 quando a Strasburgo gli allora presidenti della Conferenza delle chiese europee (KEK), il metropolita ortodosso Jeremie, e del Consiglio delle Conferenze episcopali europee (CCEE), il vescovo Miloslav Vlk, sottoscrissero la Charta Oecumenica che indica le linee guida dell’ecumenismo e della cooperazione tra le chiese del vecchio continente.Nella riflessione congiunta Aquilante, Bianchi e Zervos mettono l’accento sulle sfide di oggi, sfide che chiedono alle chiese “maggiore sintonia e maggiore unità”, in primis quelle poste dalle migrazioni internazionali: “Molti paesi – tra cui il nostro – si sono trasformati in luoghi d’incontro di persone e culture, fino a rendere l’occidente un luogo di grande eterogeneità culturale. Ancora si pone il problema della costruzione di una casa europea in cui vi sia posto per i popoli, culture, gruppi etnici e religioni diverse, per gli immigrati che bussano alle porte del benessere, per i rom, per i deboli e i poveri, per gli esclusi delle nostre società”. Ecco allora che l’attualità della Charta Oecumenica è legata anche alla “sfida posta dall’esigenza di una nuova comunicazione del Vangelo”, dicono i leader religiosi, ricordando che l’unità delle chiese “è un dono di Dio”.La Carta Ecumenica ha visto le tre famiglie confessionali cristiane del continente riconoscere il diritto di libertà religiosa dei singoli e delle altre confessioni; il ripudio del nazionalismo e del razzismo; lo speciale rapporto che lega i cristiani agli ebrei, e l’importanza del dialogo con l’islam e le alte religioni. Si divide in 3 capitoli e 12 punti che delineano gli ambiti dell’impegno comune per il dialogo e la collaborazione a tutti i livelli della vita della chiesa, descrivendo le responsabilità ecumeniche fondamentali. Per il documento integrale vedi Documentazione in questo numero. (gc)

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