Siria. Un coro di voci dal movimento ecumenico per la liberazione dei due arcivescovi

Intanto con Religions for Peace i leader religiosi siriani verso un Consiglio interreligioso

oma (NEV), 24 aprile 2013 – In queste ore si sta alzando forte la voce del movimento ecumenico mondiale a favore dell’immediata liberazione dei due arcivescovi siriani rapiti lunedì a Kfar Dael, vicino Aleppo, da un gruppo di uomini armati. Ferma condanna per il rapimento del vescovo siro-ortodosso di Aleppo, mons. Youhanna Ibrahim, e di quello greco-ortodosso di Aleppo e Iskanderun, mons. Boulos al-Yaziji, è arrivata ieri dal segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), il pastore Olav Fykse Tveit, attualmente in visita a Khartoum (Sudan), che ha parlato di due uomini di chiesa, “leader della società siriana, conosciuti per il loro impegno a favore della pace e della giustizia, non solo per i cristiani di Siria, ma per il popolo siriano nel suo insieme”.

Profonda preoccupazione è stata espressa dal pastore Guy Liagre, segretario generale della Conferenza delle chiese europee (KEK) che ha assicurato, come tutti in queste ore drammatiche, le preghiere delle chiese sorelle. “Gli arcivescovi avevano messo in guardia dalla minaccia alla tolleranza religiosa e alla diversità dovuta al conflitto siriano”, ha detto rinnovando la solidarietà spirituale e nell’azione con tutti coloro che stanno soffrendo per l’ingiustizia e l’intolleranza.

Un lungo ed articolato comunicato stampa congiunto dei Patriarcati rispettivamente della chiesa ortodossa greca e della chiesa ortodossa siriana è stato diffuso lunedì: i due Patriarchi hanno lanciato un appello ai rapitori, affinché “rispettino la vita dei due fratelli rapiti, ma anche quella di chiunque altro, per porre fine a tutte quelle azioni che creano scismi confessionali e settari tra i figli di una stessa nazione”.

Anche dal Consiglio delle chiese cristiane di Francia è arrivata oggi la ferma condanna di quanto accaduto. Esprimendo solidarietà non solo ai cristiani siriani, ma a tutto quanto il popolo del paese martoriato, i copresidenti pastore Claude Baty, metropolita Emmanuel, e cardinale André Vingt-Trois, hanno fatto appello al governo francese, alle istanze europee ed internazionali affinché i due arcivescovi siano il più rapidamente possibile liberati.

Mentre analoghi messaggi ecumenici di solidarietà e preghiera continuano ad affluire in redazione, da Religions for Peace International si apprende che una trentina di leader religiosi siriani si sono incontrati a Istanbul (Turchia) dal 18 al 20 aprile per mettere a punto la costituzione di un Consiglio interreligioso in Siria. L’idea è di promuovere la cooperazione multireligiosa alla pace con lo slogan: una Siria per tutti i siriani. A Istanbul insieme hanno rinnovato la condanna dell’uso della violenza e della indiscriminata distruzione di città e villaggi siriani. Hanno altresì denunciato ogni tentativo di incitamento ai conflitti settari, sottolineando invece l’importanza della cooperazione basata su valori religiosi condivisi, come chiave per l’unità dei siriani. Tra gli osservatori all’incontro anche esponenti dell’Alleanza delle civiltà della Nazioni Unite, della Lega Araba, della presidenza degli affari religiosi del governo turco, del Consiglio delle chiese cristiane del Medio Oriente e del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso.