Islam. Il Viminale conferma la strategia del dialogo

Il ministro dell’Interno Marco Minniti convoca il Consiglio per l’islam italiano coordinato da Paolo Naso

Roma (NEV), 12 gennaio 2017 – A pochi giorni dal suo insediamento, il ministro dell’Interno Marco Minniti ha convocato il Consiglio per l’islam italiano e la Consulta per l’islam, già istituiti dal suo predecessore Angelino Alfano, come “tavoli” per affrontare le tematiche connesse alla presenza nel paese di oltre 1,6 milioni di credenti musulmani. Il sito del Viminale dà notizia della prima riunione con il Consiglio svoltasi l’11 gennaio; il 16 dello stesso mese è previsto l’incontro con la Consulta. Il Consiglio, che  raccoglie esperti e studiosi del mondo islamico ed è coordinato dal prof. Paolo Naso, docente di scienza politica alla Sapienza di Roma, ha già prodotto alcuni testi di lavoro che sono stati discussi e condivisi con la Consulta a cui partecipano rappresentanti delle varie associazioni islamiche.

Se i temi sul tappeto sono prioritariamente quelli del ruolo pubblico degli imam e dei centri islamici, l’obiettivo di questi tavoli  è – leggiamo da fonti del Ministero – la formazione di un islam italiano, “quale espressione di una comunità aperta ed integrata, salvaguardata nelle differenze compatibili con il nostro ordinamento, rispettosa dell’identità nazionale e dei valori della società di accoglienza”. “Ci sono tutte le premesse per proseguire un lavoro che ha già dato i primi frutti – commenta Naso, che in seno alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) coordina la Commissione “Studi-Dialogo-Integrazione” – e che riconosce l’evidenza di una consistente comunità di fede che può contribuire non solo al contrasto del radicalismo fondamentalista ma anche alla costruzione di significativi percorsi di dialogo e integrazione. I cambiamenti più significativi provengono dal basso ed è a livello di realtà locali che si coglie la presenza di un islam complesso ma dinamico, le cui leadership possono rafforzare  una  società pluralista e interculturale che cresce nel quadro  dei principi e delle norme dell’ordinamento italiano”.