Roma (NEV), 20 aprile 2017 – “Come tutte le leggi di libertà inerenti i diritti civili, non toglie diritti a nessuno e non danneggia nessuno, ma ne aggiunge di nuovi a chi intende utilizzarli”, è a caldo il commento relativo alla legge sul testamento biologico dell’on. Luigi Lacquaniti (PD), membro della chiesa valdese di Brescia, unico evangelico alla Camera dei Deputati in questa Legislatura.
Con l’approvazione della Camera delle “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento (DAT)”, per Lacquaniti “oggi l’Italia fa un altro passo avanti. Una legge di civiltà, di libertà, di dignità, di responsabilità”. Il testo approvato per il deputato è “equilibrato, dà ampio spazio alla relazione tra medico e paziente e fornisce certezze all’agire del personale sanitario. Non è una legge a favore del suicidio assistito, ma è un testo che permette al paziente di dire no all’accanimento terapeutico”.
“La legge dà attuazione dopo 70 anni, all’articolo 32 della Costituzione”, prosegue Lacquaniti, che tuttavia non ha votato alcuni emendamenti che prevedono l’opposizione del medico per questioni deontologiche e che secondo il deputato “rischiano di essere utilizzate in modo artificioso a scopo di obiezione di coscienza. Bisognerà vigilare perché questo non avvenga”.
Il testo deve ora passare all’esame del Senato per l’approvazione definitiva. “Se approvata sarebbe una legge che permetterebbe all’Italia di uscire dal novero di quei pochissimi Paesi d’Europa che non possiedono una norma per alleviare le spesso terribili condizioni in cui versano i malati fine vita”, conclude Lacquaniti.