#Sinodovaldese: famiglie, un plurale da riconoscere

Le chiese valdesi e metodiste, nella loro dimensione di accoglienza e accompagnamento alle famiglie, alle coppie e alla genitorialità, accolgono la connotazione plurale e aperta del Documento elaborato dalla “Commissione famiglie”, il primo dal 1971

Un momento della conferenza stampa presso la Casa Valdese di Torre Pellice con, da sinistra, Paola Schellenbaum, Luca Baratto e Paolo Ribet

Torre Pellice, 21 agosto 2017 (SSSMV/07) – Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi ha dedicato la giornata di oggi alla discussione sul documento intitolato “Famiglie, matrimonio, coppie, genitorialità”. L’assemblea non è ancora giunta all’approvazione del testo – il primo che tratti ampiamente questi temi dal 1971 -, ma dalla discussione è emerso un chiaro orientamento di valdesi e metodisti a riconoscere la pluralità di modelli di famiglia presenti nella società, al loro riconoscimento ecclesiastico attraverso la benedizione di unioni civili riconosciute dallo Stato, e a proseguire l’impegno nella società affinché i diritti su questi temi possano essere ampliati.

Il Documento – hanno ricordato questa mattina durante una conferenza stampa il pastore Paolo Ribet e Paola Schellenbaum, rispettivamente coordinatore e membro della Commissione che ha prodotto il testo – è frutto di un impegno che dal 2011 ha portato le riflessioni su questi temi nelle comunità locali e nelle chiese in tutta Italia. La discussione, approfondita nel corso dell’anno e arrivata al culmine nella giornata di oggi con i deputati del Sinodo, fa emergere l’equilibrio di libertà e responsabilità delle chiese sia in ambito giuridico sia in ambito liturgico. Importante il dibattito teologico che si è sviluppato sul concetto di benedizione, che si riferisce sempre alle persone, e non alle forme giuridiche di unione, che per le chiese valdesi e metodiste non sono sacramenti.

“È un documento che si adatta costantemente ai cambiamenti della società ed è passibile di ulteriori miglioramenti, ma abbiamo dato il giro di boa, siamo in una fase che ci consente un riconoscimento di tutte le famiglie, del tessuto affettivo e sociale delle persone – ha commentato a margine il moderatore della tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini –. Continua ora il compito culturale nel paese perché ci sono ancora altri passi in avanti da fare. È importante che ci sia stato un consenso a livello locale e nazionale su questi temi”.

Il Documento – la cui approvazione è rimandata ai prossimi giorni – richiama le chiese e le singole persone credenti a impegnarsi affinché il cammino di consapevolezza, di apertura, di accoglienza si estenda alle nuove forme di relazione che sono già in essere nella società, con una particolare attenzione alle diverse sensibilità in ambito interculturale di cui le chiese sono protagoniste e testimoni. (CS36)

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