Roma (NEV), 2 febbraio 2018 – Se in Germania la Riforma protestante tradizionalmente vede il suo inizio nell’affissione nel 1517 a Wittenberg delle 95 tesi di Martin Lutero contro le indulgenze, in Svizzera quel momento storico, arrivato qualche anno dopo, si sostanzia in una leggendaria “mangiata di salsicce”. Avvenuta il 9 marzo 1522 a Zurigo durante il periodo della Quaresima, voleva essere platealmente sacrilega. Alla provocazione, quella cioè di rompere il digiuno quaresimale, assistette compiaciuto il riformatore zurighese Ulderico Zwingli, che l’avrebbe legittimata teologicamente. “Sulla scelta e libertà degli alimenti”: così si intitolava il suo sermone di fuoco, nel quale sosteneva l’inesistenza nei testi sacri dell’obbligo di digiunare. In sostanza, affermava Zwingli, rompere il digiuno non è peccato. Si tratta di una questione puramente privata e non religiosa. “Digiuni volentieri? Digiuna. Non vuoi mangiare carne? Non mangiarla. Ma lascia al cristiano la sua libertà. Lo Spirito impone alla tua fede il digiuno? Digiuna, ma concedi al tuo prossimo di far uso della libertà del cristiano”, scrive il riformatore. Un anno dopo il “caso salsicce” quasi tutte le regole di digiuno saranno abolite. Il governo zurighese non solo seguirà l’interpretazione zwingliana della Bibbia, ma romperà definitivamente con la tradizione cattolica.
Questo il quadro storico, che verrà ricordato ecumenicamente domenica prossima a Zurigo, nel corso di una pubblica mangiata di salsicce, a cui parteciperanno il pastore titolare del Grossmünster, Christoph Sigrist; Michel Müller, presidente del consiglio di chiesa; Josef Annen, vicario generale della Diocesi di Coira per i cantoni di Zurigo e Glarona, nonché l’abate di Einsiedeln, Urban Federer. Il momento conviviale da tenersi presso la “Helferei”, la sede pastorale, sarà preceduto da una celebrazione ecumenica nel duomo del Grossmünster. L’iniziativa, che vuole essere una festa popolare, è copromossa dalle chiese riformata e cattolica.
Per il pastore Sigrist, che è anche ambasciatore per il Giubileo zurighese della Riforma, quel che conta è “non strumentalizzare l’annuncio evangelico”. All’agenzia Kath.ch ha dichiarato: “I rituali, ancora oggi, sono a rischio strumentalizzazione da parte sia della chiesa riformata, che cattolica”. Non è un caso se l’iniziativa è stata battezzata “costruzione ecumenica di ponti” (ökumenischer Brückenschlag), a sottolineare l’importanza del dialogo contro ogni fondamentalismo.