Roma, 31 ottobre 2018 (NEV/CS40) – Ahmed è il papà che questa sera si ricongiungerà con sua moglie e i 5 figli, di cui 2 talassemici di due anni e mezzo e tre anni e mezzo. La famiglia è accolta dalla Casa delle culture di Scicli, struttura della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) attiva nell’ambito del programma rifugiati e migranti Mediterranean Hope (MH). La giovanissima mamma con i 5 bambini è arrivata in Italia a maggio con il precedente corridoio umanitario, il papà è giunto oggi con il corridoio che porta a quota 1400 il numero di persone arrivate in dignità e sicurezza dal Libano.
“Oggi noi celebriamo una festa ecumenica, perché come cattolici e protestanti abbiamo dato vita a un esperimento che non si era mai visto. E non è solo una festa dell’ecumenismo, ma del dialogo interreligioso, perché da cristiani accogliamo anche tanti musulmani. Questa festa non ci basta ancora: noi oggi festeggiamo la festa dell’umanità, perché stiamo cercando di restituire vita e speranza Siete qui non per un privilegio, ma per un diritto sancito dalla nostra Costituzione che protegge le vittime di persecuzioni, violenze e guerre. Per questo vi accogliamo anche come cittadini italiani” ha detto Paolo Naso, coordinatore di MH, rivolto agli 82 profughi, di cui 28 minori di 14 anni, atterrati questa mattina alle 6 a Fiumicino con il volo Alitalia AZ827 da Beirut. “Nei prossimi giorni – ha quindi proseguito Naso – a Palermo ci sarà una grande conferenza sulla Libia. Questa è la proposta che come società civile avanziamo: uno sviluppo su scala europea del modello dei corridoi umanitari. Vogliamo decine di migliaia di corridoi umanitari e un grande corridoio dalla Libia. I corridoi umanitari non sono solo un modello per entrare in Italia e in Europa, ma un modello di integrazione”.
Accolti da rappresentanti delle associazioni promotrici, autorità di governo e giornalisti, i rifugiati siriani arrivano nel nostro Paese grazie ai corridoi umanitari, in sicurezza e legalmente, con visti umanitari rilasciati a soggetti vulnerabili. La loro permanenza sul territorio avviene secondo la filosofia dell’”accoglienza diffusa” in strutture delle organizzazioni promotrici – FCEI, Tavola valdese e Comunità di Sant’Egidio – e dei loro partner.
L’accoglienza da parte di FCEI e Diaconia valdese riguarda, per questo arrivo, 42 persone di cui 17 minori di 14 anni. In tutto, si tratta di 16 nuclei familiari e 12 singole persone, fra cui Ahmed. Diverse le città coinvolte: Torino, Roma, Milano, Messina, Perugia, Biella, Padova, Reggio Calabria e Gioiosa Jonica. Forte è l’impegno ecumenico di questo progetto, che vede anche la collaborazione per l’accoglienza di famiglie giunte ieri con i corridoi dall’Etiopia promossi da Sant’Egidio, Conferenza episcopale italiana (CEI) e Caritas: un nucleo proveniente dalla Somalia e uno dal Sudan saranno infatti accolti da strutture evangeliche-protestanti.
Giovannella Scifo, che dirige la Casa delle culture, parlando dei figli di Ahmed ha dichiarato all’agenzia NEV: “I bambini hanno trascorso qui l’estate studiando l’italiano. Le bambine si sono inserite a scuola e stiamo lavorando per far socializzare le famiglie. I due piccoli sono in carico presso il Centro talassemico di Ragusa, eccellenza in Italia per questo tipo di cure, e hanno risposto bene alle trasfusioni”.
Il fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Andrea Riccardi, ha ricordato “Sant’Egidio, i valdesi e gli evangelici italiani sono uniti nel sentimento di orrore per la guerra in Siria, per questo abbiamo elaborato insieme il modello dei corridoi umanitari e questa è la proposta che facciamo all’Italia e all’Europa”.
Presente alla conferenza stampa in aeroporto anche Donatella Candura, in rappresentanza del Ministero dell’Interno, che ha ringraziato tutte le persone impegnate nei corridoi umanitari fra cui le forze dell’ordine. Un saluto è stato portato da Yasmine, siriana arrivata con il primo corridoio umanitario il 10 febbraio 2016.
I corridoi umanitari, avviati in Italia nel 2016 con la collaborazione dei ministeri dell’Interno e degli Esteri, sono un modello replicato anche in Francia, Belgio e Andorra, con la partecipazione di società, istituzioni e comunità religiose di diverse fedi.
Per approfondimenti consulta la Scheda Corridoi Umanitari – 31 ottobre 2018