Assemblea battista. Accolto all’unanimità il documento sul fine vita

“È la fine, per me l’inizio della vita. Eutanasia e suicidio assistito: una prospettiva protestante” sarà utilizzato quale strumento di riflessione nelle chiese

Foto di Pietro Romeo/Riforma

Montesilvano (NEV), 2 novembre 2018 – “L’assemblea nel ringraziare la Commissione bioetica delle chiese battiste, metodiste e valdesi per il lavoro svolto accoglie il documento “È la fine, per me l’inizio della vita. Eutanasia e suicidio assistito: una prospettiva protestante” quale prezioso e autorevole strumento offerto alle chiese e ne auspica l’utilizzo per una proficua riflessione nelle comunità”. Con questa formula l’Assemblea dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI) ha accolto all’unanimità il documento sul fine vita.

Elaborato, nell’arco di due anni, dalla Commissione bioetica delle chiese battiste, metodiste e valdesi, è stato illustrato all’Assemblea dal pastore Alessandro Spanu, componente della commissione, che ha sottolineato come a differenza del documento “Un tempo per vivere, un tempo per morire”, redatto dalle Comunione di chiese protestanti in Europa (CCPE) nel 2012, la Commissione abbia ritenuto che esistano casi eccezionali, sebbene non codificabili, nei quali sia possibile accogliere una richiesta di porre fine alla vita.

“La riflessione che ha prodotto questo documento è stata guidata e illuminata dalla prospettiva della vita eterna e della resurrezione – ha detto Spanu -. Ma ci siamo chiesti se la richiesta di morire debba sempre essere considerata come un peccato e la risposta che ci siamo dati è che in una situazione così delicata non servano i dogmi ma l’ascolto”.

Il partecipato dibattito che si è generato ha messo in luce le tante sfide che le chiese sono chiamate ad affrontare e le diverse sensibilità nell’accompagnare chi soffre. Tutti gli interventi hanno messo in luce la chiarezza e l’attenzione al linguaggio presenti nel testo, oltre che l’approccio scientifico e teologico.

“Il documento non riconosce il carattere assoluto della richiesta dell’individuo – ha riferito Spanu – perché la situa in un contesto. Dunque l’autonomia individuale è elemento necessario ma non sufficiente ad accogliere la richiesta. Le condizioni indispensabili per prendere in considerazione la petizione di anticipare la morte sono la centralità del contesto medico, la volontarietà della richiesta, la sofferenza insopportabile senza possibilità di guarigione, la documentazione esaustiva” ha concluso.